di Antonio Lucio Giannone

Verso la fine degli anni Settanta e nel decennio successivo, si assiste a un fenomeno comune nel Salento come nel resto della nazione: il ritorno allo specifico letterario dopo anni di sperimentazione interartistica. Una figura assai attiva in questo periodo e che resta attiva fino alla morte prematura avvenuta nel 1993 è quella di Antonio Verri, la cui opera è ancora tutta da esaminare criticamente e obiettivamente al di là della pietas che ispira la sua vicenda umana e soprattutto al di là delle mitizzazioni degli amici che a volte fanno più male che bene. Anche nel campo della pubblicistica letteraria, com’è noto, Verri si diede molto da fare, fondando e dirigendo alcuni periodici con le poche forze che aveva a disposizione ma sempre con grande generosità, abnegazione e sacrifici anche personali[1].
La prima, piuttosto velleitaria, in verità, iniziativa di Verri, in questo campo, è “Caffè Greco”, che va avanti dal 1977 al 1981, in due serie, prima in formato tabloid (due numeri usciti a Caprarica di Lecce e a Lecce) e poi come rivista (quattro fascicoli), con scarsa, quasi inesistente, cura dell’aspetto formale (la veste grafica muta continuamente). “Caffè Greco” non è una rivista esclusivamente letteraria ma di carattere vario, anzi all’inizio, nei primi due numeri, lo spazio della letteratura è piuttosto limitato. Anche i fascicoli seguenti però lasciano a desiderare per vari motivi. Lo stesso Verri, nell’editoriale premesso all’ultimo numero del maggio 1981, consapevole dei limiti di questa sua iniziativa, facendo una sorta di bilancio, manifesta esplicitamente “riserve” nei confronti del “lavoro già fatto” e onestamente confessa: “Salviamo solo la nostra fede nella scrittura e il nostro… candore”[2]. Proprio l’ultimo fascicolo, il più corposo, e sicuramente il migliore, da lui definito, non si capisce perché, “d’opposizione”, presenta alcuni scrittori di buon livello, salentini e pugliesi, come L. Mancino, B. Balistreri, L. Angiuli, R. Nigro, C. A. Augieri, E. Panareo, W. Vergallo, E. Corianò e altri, oltre al più anziano Michele Pierri.