di Ferdinando Boero
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Durante le Conferenze delle Parti (COP: Conference of the Parties) i delegati di tutti i paesi del mondo affrontano problemi globali per definire accordi che mirino alla loro soluzione. I temi trattati vanno dalla proliferazione delle armi nucleari all’inquinamento chimico, la corruzione e il tabacco. Le COP possono portare a Convenzioni Internazionali, come la Convenzione di Rio de Janeiro sulla biodiversità, nel 1992. Seguita nel 2012 dalla COP 11 di Hyerabad, e, nel 2022, dalla COP 15 di Montreal, sempre sulla biodiversità. La COP 16 di Cali, l’anno scorso, cercò di ratificare un accordo per combattere la perdita di biodiversità, senza esito. Così si è deciso di continuarla a Roma, nella sede della FAO. L’accordo è stato raggiunto, e saranno stanziati fondi per sostenere i paesi ricchi di biodiversità e poveri di risorse. Come disse Greta Thunberg, in un intervento alla Nazioni Unite: il mondo sta andando a fuoco e voi parlate solo di soldi. E infatti è di soldi che si è parlato a Roma. I paesi economicamente più avanzati non ospitano grandi espressioni della biodiversità nei loro territori, mentre i paesi “emergenti” hanno una grande ricchezza di biodiversità. I paesi ricchi di solito sono in aree temperate o temperato-fredde, mentre i meno ricchi sono in aree intertropicali. La biodiversità è massima all’equatore e tende a diminuire verso i poli, lungo un gradiente latitudinale.