- Manipolazione dell’informazione: si diffondono informazioni distorte o incomplete, generando opinioni basate su dati errati, inducendo decisioni che non rispecchiano i reali interessi di chi le prende. La religione e, oggi, i media, incluse le reti sociali, assolvono spesso a questi scopi.
- Strutture elettorali e sistemi di voto: alcuni sistemi elettorali limitano la rappresentanza effettiva degli interessi degli elettori. L’adozione di sistemi maggioritari in contesti con una pluralità di opinioni porta alla sottorappresentazione di porzioni significative della popolazione, influenzando le scelte degli elettori e scoraggiando la partecipazione attiva.
- Pressione sociale e conformismo: le norme culturali e sociali possono esercitare una forte pressione sugli individui affinché conformino le proprie opinioni a quelle delle figure autoritarie. Questo conformismo può portare gli individui a sostenere politiche o leader che non riflettono i loro veri interessi, ma che sono percepiti come socialmente accettabili o preferibili.
- Complessità delle questioni: la comprensione di complesse tematiche politiche, scientifiche e socio-economiche richiede un alto livello di competenza. La mancanza di educazione civica o di accesso a fonti affidabili rende gli individui vulnerabili a semplificazioni eccessive o a narrazioni fuorvianti, portandoli a fare scelte che non favoriscono i loro interessi.
Le quattro modalità concorrono a mantenere il controllo dei capi sulla massa, che accetta le decisioni senza metterle in discussione. L’Italia fascista che entusiasticamente scese in guerra a fianco della Germania nazista era convinta di essere una potenza invincibile e aderì a iniziative disastrose: una plateale dimostrazione di stupidità collettiva. Il beneficio percepito c’era, comunque, visto che gli italiani pensavano di poter sconfiggere i loro nemici, pur non avendo le forze per farlo. Anche i capi erano stupidi, convinti di essere davvero invincibili.
In sintesi, la “stupidità” o l’apparente irrazionalità nelle scelte possono essere il risultato di manipolazioni intenzionali da parte di chi detiene il potere, attraverso il controllo dell’informazione, la progettazione dei sistemi elettorali, la pressione sociale e la complessità intrinseca delle questioni. La democrazia “cura” queste distorsioni delegando agli “eletti” le scelte più difficili da comprendere. Ma se una maggioranza di stupidi elegge persone stupide, siamo punto e a capo. I governi che incentivano la stupidità mirano a tenere basso il livello culturale dei cittadini. Chi non capisce quel che legge può essere facilmente indotto a disciplinate decisioni che lo danneggiano. L’adesione a norme e credenze condivise, non sempre logiche, però, ha un ruolo nella stabilità dei gruppi, garantendone il successo temporaneo. La stupidità porta gli individui a compiere scelte estreme, anche letali, con vantaggi per una popolazione mediamente stupida in caso di conflitti armati. Se gli stupidi uccidono e i non stupidi non fanno altrettanto… vincono gli stupidi.
La stupidità, per il momento, è un tratto distintivo della nostra specie e le conferisce temporanei vantaggi, contribuendo alla coesione sociale. L’innalzamento del livello culturale è l’unico antidoto alla stupidità. Dato che gli stupidi sono stupidi, però, la strategia di spingerli verso comportamenti a loro convenienti viene contrastata da chi promuove la stupidità con il ragionamento: vedi? cercano di convincerti a cambiare idea, perché pensano che tu sia stupido. E invece hai ragione, dai retta a me. Gli stupidi, inoltre, tendono a difendere chi li raggira, temendo di far la figura degli stupidi per aver concesso fiducia a chi non la meritava, un circolo vizioso: se sei stupido non puoi essere saggio, ma come puoi diventare saggio se sei stupido? Per finire: i saggi sanno di essere inadeguati in moltissime circostanze, gli stupidi no, e questo li dota di certezze che li rendono forti rispetto ai saggi.
[Il blog di Ferdinando Boero ne “Il Fatto Quotidiano” online del 21 febbraio 2025]
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