All’origine del colonialismo
Il movimento anticoloniale messicano[5] è stato caratterizzato fin da subito da un livello piuttosto elevato di frammentazione ed incertezza circa gli obiettivi finali, sia a causa dell’assenza di un leader forte e carismatico, come nel caso di Bolívar in Venezuela, ma anche per la resistenza della componente moderata e di un legame ben saldo con il regime monarchico. Di conseguenza, tre secoli di dominazione spagnola non potevano che lasciare un segno indelebile sul continente, dove lingua, religione, cultura e tradizione giuridica restano profondamente legate all’esperienza coloniale[6]. Tuttavia, un momento decisivo nella lotta indipendentista è stato la promulgazione della Costituzione federale del 1924 che ha portato alla nascita degli Stati Uniti del Messico. Il documento stabiliva la trasformazione delle province esistenti in Stati indipendenti e la nascita di una federazione volta a garantire il bene comune e la sovranità della Repubblica, anche sulla base del processo di federalizzazione americano.
Relazioni diplomatiche attuali
Precisamente al periodo coloniale è legata la polemica relativa alla cerimonia di insediamento di Sheinbaum. Violando la prassi vigente in tali contesti istituzionali, il Messico ha esplicitamente invitato Pedro Sánchez, leader del governo spagnolo, al posto del monarca Felipe VI, incaricato della rappresentanza del Paese all’estero in quanto capo di Stato. Sheinbaum ha giustificato il mancato invito al re alludendo ad una missiva di López Obrador risalente al 2019 alla quale Felipe VI non avrebbe mai risposto. Nel dettaglio, López Obrador chiedeva al re spagnolo di riconoscere i crimini e gli abusi commessi durante la conquista dell’America[7] e di porre delle scuse formali ai popoli indigeni come segno di riconciliazione finale tra i due Paesi. Tuttavia, il silenzio che ha fatto seguito a tale richiesta ha esacerbato l’ostilità del Messico.
Il governo spagnolo ha aspramente criticato il non invito del re all’insediamento di Sheinbaum, ma la risposta diplomatica si è rivelata molto debole, traducendosi in un nulla di fatto dal punto di vista pratico. Se si guarda, invece, alla lettera di López Obrador, l’ipotesi più accreditata collega il comportamento di Felipe VI alla neutralità del suo incarico sancita dalla Costituzione, che gli impedirebbe di adottare qualsiasi tipo di posizione in quanto capo di Stato.
Scenari futuri
Alla luce di quanto appena detto, non dovrebbe sorprendere un’eventuale linea dura di Sheinbaum nei confronti della Spagna. L’assenza di dialogo e di confronto potrebbe causare una spaccatura definitiva tra i due Paesi e la conseguente impossibilità di giungere alla riconciliazione tanto agognata da López Obrador, battutosi durante tutto il suo mandato per la difesa di quei gruppi etnici che ancora oggi subiscono le conseguenze della colonizzazione spagnola. Il mancato invito di Felipe VI in Messico va letto sicuramente come una spaccatura nelle relazioni diplomatiche ispano-messicane, soprattutto se si considera la costante presenza del monarca spagnolo in tutte le cerimonie precedenti proprio in virtù del legame storico esistente. Nonostante ciò, le relazioni commerciali[8] sembrerebbero non aver risentito, almeno per il momento, dell’accaduto: difatti, sono numerose le imprese spagnole presenti in Messico, attive per lo più nel settore bancario degli investimenti. Ciò testimonia una maggiore rilevanza dell’aspetto economico su quello diplomatico, ma non è da escludere che, a lungo termine, anche i legami commerciali risentano del raffreddamento dei rapporti istituzionali tra i due Paesi.
Infatti, la riduzione della presenza spagnola nel mercato messicano potrebbe determinare una minore diversificazione delle relazioni estere del Paese latino-americano e una maggiore dipendenza dagli Stati Uniti, da cui il Messico è stato in grado di acquisire via via sempre più autonomia.
A ciò seguirebbe un aumento delle tariffe doganali e, di conseguenza, una maggiore difficoltà di esportazione. Inoltre, la presenza di alcune imprese spagnole è stata ritenuta più volte “predatoria” ed è per questo che il casus belli in oggetto potrebbe causare un affievolimento dei rapporti anche dal punto di vista diplomatico, per esempio con una minore disponibilità di Spagna e Messico a cooperare in materie come l’immigrazione[9].
Tuttavia, Sheinbaum ha più volte sottolineato che la risposta del Messico al governo spagnolo non implica la rottura delle relazioni diplomatiche: è infatti suo auspicio che prevalga il rispetto tra due Paesi che, a detta della Spagna, sono da considerarsi come fratelli.
[1]Tra i pilastri della Quarta Trasformazione vi sono sviluppo, prosperità, austerità repubblicana, giustizia, democrazia, uguaglianza e libertà.
[2] Cárdenas è stato un militare e politico messicano, che ha svolto l’incarico di Presidente del Messico dal 1934 al 1940. Cfr. Fernando Benítez, Lázaro Cárdenas y la Revolución mexicana, III: El cardenismo, Messico, Fondo de Cultura Económica, 1998.
[3] Tempo di trasformazione e di donne.
[4] L’origine della grandezza culturale messicana risiede nelle grandi civiltà che vivevano in questa terra secoli prima che la invadessero gli spagnoli. Non è un caso, ma un’armonia della storia, che ieri sia stata approvata nella Gazzetta ufficiale della Federazione la riforma della Costituzione politica degli Stati Uniti messicani che conferisce pieni diritti agli indigeni e agli afroamericani del Messico. Cfr. Discurso completo de Claudia Sheinbaum al asumir la presidencia de México: “Es tiempo de mujeres”, CNN en Español, YouTube.
[5] Il movimento anticoloniale messicano iniziò con la cessione della corona spagnola a Bonaparte, che portò la classe dirigente legata ai Borbone a sollevarsi.
[6] Giancarlo Rolla, L’indipendenza del Messico e il contrastato rapporto con gli Stati Uniti d’America. Influenze costituzionali e contrasti geopolitici, “DPCE Online. Sezione Monografica: Dove va l’America latina a 200 anni dalla dottrina Monroe”, 2024, p. 1296.
[7] La conquista spagnola si è sviluppata per mezzo dello sfruttamento delle risorse naturali, della riduzione in schiavitù delle popolazioni native e della scomparsa di culture e tradizioni preesistenti.
[8] Per un ulteriore approfondimento delle relazioni commerciali tra Messico e UE, si veda: Accordo di Partenariato economico, di coordinamento politico e di cooperazione UE-Messico, European Parliament https://www.europarl.europa.eu/meetdocs/2004_2009/documents/nt/722/722986/722986it.pdf
[9] In materia d’immigrazione, non va trascurato l’elevato numero di rifugiati spagnoli che si sono riversati in Messico durante la dittatura di Francisco Franco.
[IARI – Istituto Analisi Relazioni Internazionali del 10 dicembre 2024]