di Benedetta Vincenti
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Quello tra il Messico e la Spagna è un rapporto che affonda le proprie radici nell’epoca coloniale e che, in tempi recenti, ha visto un’importante evoluzione in materia commerciale, soprattutto se si considera l’Accordo di Libero Scambio (ALS) con l’Unione europea entrato in vigore nel 2000. Come conseguenza di ciò, il Messico è diventato il principale mercato d’esportazione di servizi prodotti dalla Spagna, mentre quest’ultima ha incrementato notevolmente le proprie importazioni dal Paese latino-americano.
Il 1 ottobre 2024, Claudia Sheinbaum è stata proclamata nuova Presidente del Messico, prendendo il posto di Andrés Manuel López Obrador, per tutti AMLO, in carica dal 2018 e giunto al termine del suo mandato con un favore popolare ancora molto alto. Entrambi provengono dalle fila di Morena, il Movimiento Regeneración Nacional fondato da Obrador nel 2011 come movimento associazionistico di ispirazione populista e riformista, e divenuto partito politico nel 2014. Oltre ad essere la prima donna a ricoprire l’incarico di presidenta, forma femminile con cui Sheinbaum ha espressamente richiesto che le ci si rivolga, quest’ultima è anche il primo esponente politico non proveniente dal PRI (Partido Revolucionario Institucional), il partito che ha governato il Paese per più di un secolo e all’interno del quale era iniziata la carriera di Obrador.
L’insediamento di Sheinbaum e la critica al colonialismo spagnolo
Durante il suo discorso d’insediamento, Sheinbaum ha speso parole di ringraziamento e ammirazione per Obrador, fautore della rivoluzione pacifica che ha inaugurato la Quarta Trasformazione[1] della vita pubblica messicana, comparandolo, inoltre, a Lázaro Cárdenas[2], difensore degli ideali di giustizia e uguaglianza che hanno guidato la Rivoluzione messicana iniziata nel 1910.
Da un lato, la questione femminile è stata centrale nelle parole della Presidente, che ha sottolineato come le donne siano arrivate a condurre il destino del Messico dopo almeno cinquecento tre anni di storia, “inaugurando un ‘tiempo de transformación y de mujeres’[3]”. Dall’altro lato, invece, è emersa una dura critica verso il colonialismo spagnolo:
El origen de la grandeza cultural de México reside en las grandes civilizaciones que vivían en esta tierra siglos antes de que invadieran los españoles. No es casualidad, sino una harmonía de la historia que ayer se haya publicado en el diario oficial de la Federación la reforma de la Constitución política de los Estados Unidos Mexicanos que otorga derechos plenos a los indígenas y afromexicanos de México[4].