di Antonio Mele / Melanton
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Benché tutto sia sempre migliorabile, e per tutto intendo proprio tutto: dai luoghi alle persone, alla politica, alle leggi, all’economia, alle scuole, al clima, al cibo o a quanto di più immaginifico possa venire in mente, ebbene confesso di sentirmi – oggi come ieri – sempre personalmente orgoglioso di essere galatinese e salentino.
Sia detto e inteso, naturalmente, senza alcuno spirito di presunta preminenza campanilistica (come potrebbe peraltro suggerire la pittoresca nomea di “carzilarghi”, nel senso comune di ‘orgogliosi guasconi’, attribuita al popolo della città di San Pietro) ma, più semplicemente e affettuosamente – com’è naturale per i ‘nativi’ di tutti i grandi o piccoli paesi del mondo – per un legittimo e insopprimibile amore alla terra dei padri.
È facile, in fin dei conti. E di generazione in generazione si perpetua ovunque, per tutte le diverse patrie, pur con qualche curiosa o fatale singolarità.