L’antico Chiostro del Generale nella Basilica di S. Antonio a Padova

     Sartori scrive:” Nel 1569 Il r.do padre commissario, o vero vicario generale dei R.di padri del Santo (P.M. Bonaventura Manente da Gabbiano) di lanno 1569 alla fine di luio principiò ad habitar nella camera qual si chiama di l’officio del provincialato, posta nel monasterio predetto del santo, nell’inclaustro del reffetorio apresso la Schola per andar di sopra nel dormitorio et ha continuato ad habitar in quella suo hora presente (2 aprile 1571). Sartori ancora Nel 1693 13 febbraio il M. R. P. guardiano rapresenta ai PP esservi nel chiostro de reffettorio alcune arme dei Sommi Pontefici dal tempo quasi scancellate e che stimavono bene   per decoro della Religione rinnovarle, il che dai PP fu applaudito.”

     Trattasi del chiostro più piccolo, restaurato da Giambattista Poloni di Bergamo nel 1924, ricordato in una lapide murata e sulla bandierina che sormonta l’arco del pozzo in ferro battuto (1925) del Calegaris di Udine.

     “Piccolo ma alto, il chiostro richiama al raccoglimento e alla meditazione.  “Non vasto, ma slanciato su sedici colonne” (P. Lazzarini e padre G. Laggioni). I frati lo chiamarono del Generale per l’abitazione che vi teneva il Ministro Generale dei Frati Minori Conventuali di passaggio per Padova o durante i Capitoli Provinciali.  I presidenti della Veneranda Arca nel 1938, “dopo averlo ricavato da stanzoni tenebrosi e abbandonati, condecorarono dignitosamente per il primo delegato pontificio della basilica antoniana e per i suoi successori”. (Zaramella)

     Le pareti furono affrescate nel Sei-Settecento e ultimamente vennero dipinti gli stemmi dei pontefici usciti dall’ordine dei frati Minori Conventuali e dei Ministri Generali del Medesimo Ordine che trascorsero parte della loro vita in Basilica. Tra i papi figurano: fra Girolamo Massi da Ascoli Piceno, eletto con il nome di Niccolò IV; fra Pietro Filargo da Candia, eletto con il nome di Alessandro V; fra Francesco della Rovere da Savona, eletto con il nome di Sisto IV; fra Giuliano della Rovere da Savona, eletto con il nome di Giulio II; fra Felice Peretti da Montalto delle Marche, eletto con il nome di Sisto V, e fra Lorenzo Ganganelli da S. Arcangelo di Romana, eletto con il nome di Clemente XIV. Tra i ministri vi si trovano: fra Angelo Bigoni di Corfù, padre Ludovico Marangoni, Vittore Sottaz, padre Alfonso Orlich, padre Vitale Bommarco, padre Giuseppe Bottari (1654-1729), vescovo di Pola dal 1695 al 1729.


Busto in bronzo di Francescantonio Vallotti, opera dello scultore R. Cremesini del 1980.

     E padre Placido scrive: “Il chiostro sta per aggiungere un nuovo nome:  “Chiostro dei Musici“; infatti in esso ci sono tre busti e alcune lapidi di musicisti ed esattamente:

1. Busto in bronzo di Francescantonio Vallotti, opera dello scultore R. Cremesini del 19801..

Padre Francescantonio Vallotti era nato a Vercelli nel 1697; era un minore conventuale e per 50 anni fu un insigne maestro della cappella musicale antoniana, precisamente dal 1730 al 1780, quando morì all’età di 83 anni.

E per questo insigne maestro, padre Placido Cortese, si lamentava perché non gli era stato eretto nella Basilica alcun monumento. In realtà la Veneranda Arca del Santo il 16 dicembre 1782 aveva deliberato di eseguire una statua di marmo di Carrara, ma la delibera non ebbe seguito. Bisognava aspettare il 1980 per avere di lui un busto, quando la città di Padova nel 1806 aveva già eretto in Prato della Valle una statua a Giuseppe Tartini, opera dello scultore padovano Sebastiano Androsi o Andreosi; alla statua del Tartini è associato padre Vallotti raffigurato in un medaglione. E sopra la porta della Schola Cantorum c’è la scritta “Scuola di Canto, Franco Vallotti, ord. min. conv.” fatta porre dal Conte De Claricini (1864-1946), presidente della Veneranda Arca, per consiglio del padre Marcheggiani, bibliotecario dell’Antoniana, per ricordare la figura del padre Vallotti. E Giuseppe Tartini nel suo “ Trattato di musica  secondo le vere scienze dell’armonia”, pubblicato a Padova nel 1734 così elogiava il maestro Vallotti: “Egli è stato eccellentissimo suonatore, come ora è compositore eccellentissimo e vero maestro dell’arte sua”.


Busto in bronzo di Giusepe Tartini, opera dello scultore Luigi Soressi.

2.  Busto in bronzo di Giusepe Tartini, opera dello scultore Luigi Soressi 2.

A Giuseppe Tartini 3.

La V. Arca del Santo

L’istituto Musicale C. Pollini 4

La società Concerti B. Cristofori 5

               1924

Questo busto realizzato nel 1924 e collocato nel chiostro del Noviziato, poi fu spostato nel chiostro del Generale nel 1943. La sua opera di musicista era stata ricordata da una lapide messa nel chiostro del Capitolo nel 1892, in occasione del secondo centenario della sua nascita. Il busto raffigura il maestro con il suo violino, intento a comporre. Tartini era nato a Pirano-Slovenia- nel 1692; arrivò a Padova nel 1708 per studiare giurisprudenza, ma non si laureò. Divenne primo violino e capo dell’Orchestra della basilica del Santo, carica che ricoprì dal 1721 al 1765. Celebre il suo terzo suono, detto suono di Tartini, che è un fenomeno acustico noto anche come suono di combinazione; celebre il suo componimento “Trillo del Diavolo”;  sembra che il Tartini lo abbia composto su suggerimento dello stesso diavolo in una notte del 1713. Da ricordare la statua del Tartini in Prato della valle nell’isola Memmia, del 1806, voluta e finanziata con sottoscrizione dagli amatori della musica. Tartini era definito “maestro delle nazioni” perché da ogni parte d’Europa si correva a Padova a sentire l’insigne violinista e imparare da lui l’arte; infatti, a Padova aveva fondato la Scuola della Nazione, prestigiosa scuola di violino. Morì a Padova nel 1770 e le sue spoglie riposano a Padova nella Chiesa di s. Caterina, insieme a quelle della moglie Elisabetta Premazore.

Questa l’iscrizione sul piedistallo della statua di Tartini in Prato della Valle:

Iosepho Tartini Piranensi

In Patav. Basilica Divi Antonii

Fidium Profess. Primario Eximio

Scriptis et Alumnis Clarissimo

Perenne Monumentum gloriae

Aere Conlato

Bon. Art. Amatores.

 P. C.

MDCCCVI

Antonio Vallotti Vercellensi

Sacrum Musices Restauratori et Principi

In Patav. Basilica D. Antonii

Sacror. Modorum Magistro.


Busto in bronzo a Oreste Ravanello, con fregio in marmo e putti suonatori, opera di L. Strazzabosco.

3. Busto in bronzo a Oreste Ravanello 6, con fregio in marmo e putti suonatori, opera di L. Strazzabosco 7.

A Oreste Ravanello

Maestro della Cappella Antoniana

Dal MDCCCXCVIII   al MCMXXXVIII

La Presidenza della Ven. Arca

             MCMXXXX

Il busto a Oreste Ravanello fu realzzato dallo scultore L. Strazzabosco in occasione della commemorazione del 250° anniversario della nascita di Tartini; in quella occasione, 2 maggio 1942, furono celebrate le onoranze in onore del maestro Ravanello. Nel 1940 la Veneranda Arca del Santo volle dedicare un monumento ad Oreste Ravanello  per il lavoro quarantennale svolto nella Cappella Musicale della Basilica del Santo. E Ravanello -scrive padre Placido Cortese- “ha veramente onorato il Santo di Padova, mettendosi in spirituale fraterna comunione con i padri del Santo, dando alla musica la funzione che deve avere nello svolgersi della liturgia. Tutta elevazione la sua musica, dalle mirabili Messe ai classici mottetti”.

4. Lapide di Antonio Callegari, padovano (1758-1828), che diresse per 14 anni la cappella musicale del Santo e precisamente dal 1811 al 1828; egli fu il primo secolare che successe ai maestri religiosi che per tre secoli ressero la cappella musicale del Santo. La lapide prima era collocata nel chiostro del Noviziato e poi trasferita nel chiostro del Generale o dei Musici.

5. Lapide a Bonporti. E padre V. Zaramella scrive: Si scorge lo stemma gentilizio “un ponte levatoio alzato al sorgere del sole”. E continua: “All’illustrissimo Signore Francesco Antonio Bonporti, prete trentino, autentico familiare aulico cesareo di Carlo VI. Lo stemma Bonporti: il porto dà il nome e l’origine. Apollo rese meravigliosa la lira a Bonporti per le modulazioni liriche, fuse da una meravigliosa ispirazione, celebri nel mondo per sincera arte nata dal profondo. Morì quasi ottuagenario, il 19 dicembre 1759”8.

6. Lapide a Wolfang Amedeus Mozart (1756-1791).

     In questo convento il 13 marzo 1771 padre Francesco Antonio Vallotti incontrò con il padre Leopoldo Wolfgang Amadeus Mozart. “A Padova abbiamo visitato tutto ciò che era possibile vedere in un giorno, perché anche qui non abbiamo avuto pace e il Wolfgang ha dovuto suonare in due posti. Ha ricevuto tuttavia anche un incarico: deve comporre un oratorium per Padova che potrà fare con comodo. Abbiamo fatto inoltre visita a p. maestro Vallotti al Santo e poi a Ferrandini  9 presso il quale ha anche suonato” (Dalla lettera di Leopoldo alla moglie, 17 marzo 1771 in occasione del 250° anniiversario. 13 marzo 2021).

Note relative ai musicisti e scultori.

1 Roberto Cremesini Rovigo 1944, scultore, architetto e medaglista italiano

2 Luigi Soresse (1894-1931), scultore, pittore

3 Giuseppe Tartini (Pirano –Slovenia- 1692, Padova 1770).

4 Cesare Pollini, (1858-1912), pianista e compositore italiano.

5 Bartolomeo Cristofori, (Padova 1655- Firenze 1731), inventore del pianoforte.

6 Oreste Ravanello, (VE 1871-PD 1938), maestro della Cappella Musicale del Santo per 40 anni dal 1898 al 1938.

7 Luigi Strazzabosco (1895-1985), scultore e designatore.

8 Francesco Antonio Bonporti, nato a Trento nel 1672 e morto a Padova nel 1749; è stato un compositore e presbitero italiano.

9 Giovanni Battista Ferrandini, nato a Venezia nel 1710, a 12 anni si trasferisce a Monaco e viene ammesso nell’orchestra di corte come oboista; nel 1755 per notivi di salute si trasferì con la famiglia a Padova ove morì nel 1791.

     La Cappella Musicale del Santo fu costituita nel 1486; segue elenco di alcuni maestri che si sono susseguiti nella direzione della Cappella Musicale Antoniana.

a) Padre Costanzo Porta (1528-1601), maestro di Cappella al Santo dal 1565 al 1567 quando si spostò a Ravenna e poi di nuovo maestro a Padova dal 1595 al 1601.

b) Padre Bonifacio Pasquali, non si sa la data di nascita, morì a Padova il 1585 e fu maestro della Cappella dal 1569 al 1585.

c) Padre Orazio Colombani nato il 1554 ma non si sa né dove né quando morì; fu maestro della Cappella  al Santo dal 1592 al 1595

d) Padre Giulio Belli francescano e compositore (1560-1621); fu maestro della Cappella al Santo dal 1606 al 1621.

e) Padre Francesco Antonio Callegari (1656-1742), maestro dal 1703 al 1727; la sua lapide era stata collocata nel chiostro del noviziato e poi fu spostata in quello del Generale.

f) Padre Francescantonio Vallotti, maestro dal 1730 al 1780.

g) Padre Luigi Antonio Sabatini (1732-1809). Francescano compositore fu maestro della Cappella del Santo dal 1786 al 1809.

h) Padre Stanislao Mattei (1750-1825), maestro di Donizetti e Rossini; fu maestro per pochi mesi al Santo nel 1809 e poi passò a Bologna nella chiesa di S. Petronio fino alla sua morte.

i) Padre Anselmo Marsand, al secolo Luigi, nato a Venezia il 1769 e morto a Venezia nel 1841; maestro dal 1829 all 1832.

l) Antonio Callegari (1758-1828); fu il primo secolare che successe ai maestri religiosi che per tre secoli diressero la Cappella Antoniana; fu maestro per 14 anni dal 1811 al 1828.

m) Oreste Ravanello maestro dal 1898 al 1938.

Note bibliografiche

P. Placido Cortese, Il chiostro del Generale. Messaggero di s. Antonio 1943;

P. Lazzarin, G. Laggioni, Conventi e chiostri, luoghi dello spirito. Messaggero di S. Antonio, 7 ottobre 2015;

V. Zaramella, Guida inedita della Basilica del Santo. Quello che della Basilica del Santo non è stato scritto. Padova, Centro Studi Antoniani, 1996;

A. Sartori, Archivio Sartori. Documenti di Storia e Arte Francescana, voll. I-IV, a cura di G. Luisetto, Padova, Biblioteca Antoniana, Basilica del Santo, 1983-1989.

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