12 febbraio: brindiamo alla salute di Darwin!

La selezione naturale è la grande intuizione di Darwin che, ai suoi tempi, non conosceva la genetica e che basò la sua teoria sui rapporti ecologici tra le specie, parlando di competizione, predazione, cooperazione. Oltre alla selezione naturale, Darwin scoprì anche la selezione sessuale. Lo fece nel libro che fonda la moderna antropologia: L’origine dell’uomo. Si interessò anche di psicologia, con un libro sull’espressione delle emozioni negli animali e nell’uomo. E di molto altro, dai cirripedi ai lombrichi, gli atolli, le orchidee e gli insetti impollinatori. La biologia evoluzionistica ricostruisce la storia della natura ed è, quindi, una scienza storica: studia la storia naturale. Darwin, infatti, si definì naturalista. Kant disse che la maturità di una scienza si misura dal suo livello di matematizzazione. Il primo a matematizzare la natura fu Vito Volterra che, nel 1926, scrisse le famose equazioni sui rapporti quantitativi tra un predatore e una preda. E qui cominciano i guai. Si può matematizzare la storia? Esiste un’equazione che la descriva e che ci permetta di prevedere il futuro? Gli storici non ci pensano neppure, e lo sanno anche i matematici. La teoria del caos dimostrò che se ci sono più di due corpi che interagiscono, il loro comportamento diventa intrinsecamente imprevedibile nel medio e lungo termine. I vincoli che renderebbero la storia prevedibile possono essere infranti da contingenze imprevedibili: sono loro a determinare la storia. Darwin lo spiegò con la metafora delle piume. Getta in aria una manciata di piume e tutte cadranno al suolo secondo leggi definite, riferendosi a Galileo e Newton. Poi continua con: ma come è semplice questo problema se confrontato… e fa un elenco di interazioni tra piante, erbivori, carnivori che, nel corso dei secoli, hanno portato agli ecosistemi attuali. Altro che due corpi che interagiscono! Sistemi così complessi non si possono matematizzare, a meno di porre vincoli che azzerino le contingenze. Ma così si perde la storia. Antonino Zichichi accusò la biologia evoluzionistica di non obbedire ai crismi della scienza galieiana. Senza l’equazione e l’esperimento probante, l’evoluzione non è scienza. Come dire: se i miei strumenti non mi permettono di affrontare un problema, allora quel problema non può essere affrontato dalla scienza. Darwin non costruisce la sua teoria con la matematica: racconta storie, come fanno gli storici. Alcune discipline si prestano alla matematizzazione, altre meno, o per niente. Non esiste l’equazione della caduta dell’Impero Romano e l’evento non si può replicare. L’evoluzione e l’ecologia studiano il fenomeno più complesso dell’universo conosciuto: la vita. E sono scienze storiche e non si possono matematizzare in modo predittivo.
Darwin ha fondato la teoria dell’evoluzione per selezione naturale ed è uno dei pensatori più importanti nella storia dell’umanità. Uno scienziato, un filosofo e uno storico. Se fosse vivo, non vincerebbe il premio Nobel, come non lo hanno vinto Ernst Mayr e Edward Wilson. A compensare questa mostruosità culturale, il 12 febbraio, compleanno di Darwin, brindate alla loro salute.

[Il blog di Ferdinando Boero ne “Il Fatto Quotidiano” online del 12 febbraio 2025]

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