12 febbraio: brindiamo alla salute di Darwin!

di Ferdinando Boero

Jean-Baptiste de Lamarck, con il Trattato di filosofia zoologica, fondò la teoria dell’evoluzione nel 1809, anno di nascita di Charles Darwin. Oggi nessuno considera la zoologia una branca della filosofia, anche se Aristotele scrisse il primo trattato di zoologia, diviso in tre parti: Historia animalium, De partibus animalium, De generatione animalium. Con la zoologia inizia la cultura tramandata: le pitture rupestri raffigurano animali e sono le prime testimonianze del nostro approccio alla conoscenza e all’arte. Le categorie kantiane, applicate alla zoologia, ci permettono di ascrivere le specie a categorie tassonomiche (la tassonomia studia la biodiversità e dà un nome alle specie), fissate nel Settecento da Linneo nel suo Systema Naturae. Nella Genesi, il Creatore affida un solo incarico ad Adamo: dare il nome agli animali.
Con l’avvento della teoria dell’evoluzione, le specie sono raggruppate in categorie sempre più ampie: generi, famiglie, ordini, classi, phyla, regni. Specie affini evolutivamente, discendenti da un antenato comune non condiviso con altre specie, sono classificate all’interno dello stesso genere, e i generi affini sono classificati nella stessa famiglia. E così via. Noi, ad esempio, apparteniamo al genere Homo e alla famiglia Hominidae, che comprende anche i generi Pongo (oranghi), Gorilla (gorilla) e Pan (scimpanzé). Discendiamo tutti da un antenato comune vissuto nel Miocene inferiore, circa 20 milioni di anni fa. Poi le strade dell’evoluzione si sono divise. Lo studio dell’evoluzione mira a ricostruire la storia delle specie, risalendo ai loro antenati. La discendenza comune è il cardine della teoria dell’evoluzione. Tutti i viventi discendono da un antenato comune e remoto. Nel corso di milioni di anni i discendenti di quell’antenato si sono diversificati. Alcuni sono rimasti molto vicini alla condizione ancestrale, come batteri e archea, altri invece hanno acquisito forme e funzioni sempre più complesse. Tutti, però, parlano lo stesso linguaggio chimico: il codice genetico a base DNA-RNA. I meccanismi di diversificazione sono molteplici, e la selezione naturale premia quelli vantaggiosi, scartando quelli svantaggiosi.

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