di Gianluca Virgilio
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Accadde un sabato pomeriggio di alcuni anni fa, alle ore 16.30. Già il piccolo paese di Dossena era avvolto nelle prime tenebre della sera, il ghiaccio lo stringeva nella sua morsa, e tutti i camini fumavano, quando all’improvviso, negli interni riscaldati delle case, alcuni abitanti udirono un ululato lungo e profondo, che per molto tempo, dopo quella sera, sarebbe rimasto impresso nelle orecchie e nella memoria della gente. Sembrò giungere in quella estrema propaggine della Valle Brembana da gelide lontananze, da siderali latitudini, veicolo di esperienze che si credevano esaurite in un passato atavico e misterioso, ormai del tutto dimenticato. E infatti chi lo udì per la prima volta, pur essendone profondamente colpito, non ne capì o non ne volle capire il senso, e lo attribuì a un cane sperduto nelle tenebre della sera che abbaiava alle stelle.
Quando però l’ululato fu udito due e tre e quattro volte, e non più da poche persone, ma da tutti gli abitanti di Dossena, non ci fu alcun dubbio: era proprio l’ululato d’un lupo. La sera stessa fu convocato d’urgenza in seduta straordinaria il Consiglio comunale, che si tenne alle ore 18.30 con grande concorso di popolo.