di Paolo Vincenti

“Per il galletto sulla torre ogni vento è buono”. Proprio come i galletti segnavento che ancora vediamo sulle terrazze di alcune abitazioni, i voltagabbana seguono il vento che tira e si comportano di conseguenza. Essi cambiano la casacca all’occorrenza e riescono sempre a riciclarsi con ogni governo, proprio come il protagonista del poemetto satirico Il Brindisi di Girella di Giuseppe Giusti (dedicato a Talleyrand) il quale riesce a seguire sempre il vento giusto e sa cogliere l’opportunità con sfacciata ipocrisia, “Franza o Spagna purchè se magna”, insomma. Il popolo è bue, si sa, ed allora oggi tutti dietro alla destra, come domani saranno dietro alla sinistra e domani l’altro magari al centro: “come intona l’abate, i frati rispondono”, tutti dietro a chi comanda, similmente al gregge che segue il cane pastore. Certo, è difficile diventare “egregio” non solo sulle intestazioni delle lettere ma nella vita; bisogna sforzarsi almeno di tracciare un solco e non seguire semplicemente quello degli altri. Anch’io provo onestamente quanto risolutamente ad allontanarmi dal luogo comune, come diceva Callimaco. Nella sua opera più importante, gli Aitia, nel Prologo, il poeta si scaglia contro i suoi avversari, gli invidiosi Telchini, dicendo: “…i luoghi per cui non passano i pesanti carreggi, quelli tu devi calcare; sull’orme comuni degli altri mai spingere il cocchio, né per il cammino di tutti, anzi le vie più strane, anche se di angusto passaggio, quelle tu prenderai. Giacché per coloro cantiamo che ambiscono l’armonico suono delle cicale, e non già amano il frastuono degli asini”[1].