di Nello De Pascalis
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Caspar David Friedrich, Monaco in riva al mare, 1808-10, Berlino, Alte Nationalgalerie.
Quante ore sul mare!
Io e il mare, al buio
o a luce fatta,
in una specie di dipendenza
cui è difficile negarsi; così
lo vivo, lo scruto, e se pure
sciaborda lieve lieve,
il mio sguardo di pescatore
corroso come rudere,
anticipa i suoi mutamenti
e correnti e maree sa cogliere.
Oh, gli anni delle forze integre
di questa mia vita foranea!
A passo incerto vado ansimando
per quei declivi
ove prima correvo
e mentre il mare dorme
o mareggia, gli apro le solitudini
della mia stagione che passa,
vibro ad ogni cattura,
indi mi esalto: scema così la pena
delle umane finzioni, del sospetto
che nulla possa davvero mutare;
ripassa il mio tempo: volti amati
che la morte mi ha allontanato.
C’è pure un fiorire di versi
al suo cospetto
ed è un andare altrove.
Oh, il mare! Dei segreti non so:
misterioso il suo alvo,
ma fascinoso rimane al mio corpo
invecchiato sulle sue rive,
alla mia mente che s’affranca
da questi tempi incerti
e va randagia
oltre il mare, oltre, oltre.