di Antonio Mele / Melanton
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Mai fare di tutta l’erba un fascio.
Si ha un bel dire (un ‘brutto’ dire, anzi!) che il mondo d’oggi è allo sbando, che troppe cose non vanno, che le nuove generazioni sono malate, disorientate, attratte più dall’edonismo, dai social network o dallo sballo, che dai ‘nobili ideali’ di un tempo.
Concetto troppo generico e ingiustamente falso nella sostanza. Dall’alba dell’umanità, tutte le generazioni più giovani sono sempre state ‘diverse’ da quelle precedenti. E non è sempre detto che il ‘nuovo’ sia peggiore del ‘vecchio’ (come, d’altronde, non lo è, semplicisticamente, neanche il contrario). È il cammino fisiologico dell’evoluzione, l’eterna disputa tra genitori e figli, o tra ‘conservatori’ e ‘progressisti’, con opinioni, ragioni e punti d’osservazione differenti, ma non per questo necessariamente inconciliabili.
La notizia che propongo in questa occasione è di quelle che rinfrancano, che aprono l’animo alla gioia, all’entusiasmo, alla speranza. Che indicano la strada virtuosa verso l’attenzione e conservazione di valori preziosi e inestinguibili. Notizie che dovrebbero essere molto più frequenti, accanto alle tante ‘cattive notizie’. Che sono sempre troppe, e talora, volutamente, solo quelle, sempre secondo i dettami di un certo giornalismo (stampato, e ancor peggio televisivo), che è spesso qualunquista, e comunque voglioso di rimestare nella melma della politica o della cronaca nera o del gossip. Perché, infine, se “Tutto va male, madama la Marchesa” l’audience s’impenna al massimo… Vuoi mettere?