Carteggio Mario Marti – Gianluca Virgilio 7. Un’intervista-autobiografia mancata

Lecce 8 sett ‘09

Carissimo amico Gianluca,

Innanzi tutto grazie, grazie e mille grazie di cuore per le due belle illustrate che hai avuto l’affettuoso pensiero di mandarmi da Roma e da Pisa, due città, come ben sai, a me care assai e alle quali mi sento sempre vivamente legato. In secondo luogo, ti chiedo scusa se questa volta, per risponderti ho lasciato passare qualche giorno. Ho dovuto dare la precedenza ad altre incombenze più urgenti (delle quali magari ti parlerò quando verrai a trovarmi); e poi non dimenticare la mia età e le capacità assai diminuite, ovviamente.

La tua importante e intelligente proposta mi sorprende un po’, e anche mi meraviglia. Sei dinamico come un vulcano in eruzione; come si dice: “una ne fai e quattro già ne pensi”. T’ho appena rilasciato una buona intervista, della quale – contrariamente a quanto si pensava – c’è stata una certa circolazione, come risulta dal fatto che amici-colleghi me ne hanno data notizia, facendomi sentiti e sicuramente autentici complimenti; ed eccoti qui daccapo con una proposta quasi di intervista autobiografia da stampare magari in plaquette. Io, ovviamente, sono ben lieto e lusingato della tua proposta e del tuo vivo interesse per la mia persona e per la mia attività; però, però, però sono un po’ più anziano di te, e – mi sembra – con maggiore esperienza.  E perciò – tutto considerato – direi di mettere da parte la tua pur interessante proposta. Al più, ti consiglierei – come tu stesso pensavi – di dare spazio di stampa (dove vuoi e puoi) alla intervista consegnata a Internet (si dice così?), dal momento che persone assai competenti ne sono state favorevolmente colpite. Per il resto, valga la nostra buona amicizia insaporita di leali e ottime discussioni; e valga la stima delle persone colte e interessate. L’altra sera sono stato gratificato col premio “Il Sallentino”, consegnatomi, di fronte ad un pubblico folto e festante, dalle mano del Rettore Magnifico La Forgia.

Caro Gianluca; Piazza dei Cavalieri, a Pisa, è proprio una bella piazza, vero? Di lì parte sotto l’arco (mi pare, se ben ricordo) una bella viuzza, silenziosa e solitaria, che Leopardi chiamò “Via della Rimembranza”! Gli era tornato il desiderio di “cantare”. E con questo bel ricordo ti abbraccio e ti ringrazio ancora.

Mario Marti

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