Manco p’a capa 238. Attenzione: c’è lobby e lobby!


Ed ecco apparire articoli che diffondo l’idea che la Commissione finanzi le lobby green per influenzare i politici. E alla fine si genera la percezione che dietro al Green Deal e a tutte le politiche di sostenibilità ci siano oscure manovre di lobbisti che agiscono nell’ombra, sostenute dalla Commissione, peraltro. Chiamare lobby queste ONG le equipara a ben altre lobby. Parlo delle lobby dei produttori di petrolio, che ostacolano le politiche di decarbonizzazione perché si continui a usare il fossile, delle industrie che costruiscono armi, spesso associate a industrie che lavorano nel campo nucleare, come la nostra Leonardo, o, ancora, dei produttori di pesticidi, come Bayer-Monsanto, che vogliono che i loro prodotti continuino ad essere sparsi sulle coltivazioni. Poi ci sono le lobby più diffuse, come quelle di chi adotta modalità di pesca distruttiva, o chi riempie di plastica gli oceani, per non parlare dei balneari. C’è anche la lobby degli evasori fiscali. Queste lobby non avrebbero mai accesso ai fondi europei, e non ne hanno bisogno perché molte dispongono di enormi risorse finanziarie. Possono comprarsi i politici, magari ingaggiandoli per cicli di conferenze strapagate, per poi impiegarli anche come agenti disturbatori di politiche che mirano alla decarbonizzazione. Non è corruzione, ci mancherebbe! Conte torna con 209 miliardi per attuare la transizione ecologica? Facciamolo cadere. E poi facciamo un governo con un ministero della transizione ecologica il cui ministro, poi, va a dirigere una fabbrica di armi e di impianti nucleari. Tutto secondo le regole, tutto dichiarato. Come sono secondo le regole, e dichiarati, i fondi LIFE. Le finalità di queste azioni sono ben diverse, però.
I lobbisti green non fanno gli interessi di potentati economici e mirano, a volte goffamente e ingenuamente, lo concedo, all’attuazione di politiche a favore dell’ambiente e, quindi, della società e dell’economia: sistemi di produzione e consumo insostenibili ecologicamente presto diventano insostenibili anche socialmente ed economicamente, visti i costi sociali ed economici che comportano. I lobbisti delle industrie che producono armi, pesticidi, tecnologie nucleari, e di ogni altro tipo di impresa che mina l’integrità ambientale, sociale ed economica, fanno esclusivamente gli interessi di chi li paga.
Il capolavoro mediatico dei lobbisti veri, quelli delle industrie miliardarie, è di aver generato l’impressione che, dietro alle politiche di sostenibilità, ci siano lobby green che mirano a interessi che nulla hanno a che fare con il bene comune. I lobbisti veri accusano i fautori della sostenibilità dei loro stessi misfatti, e le politiche verdi sono spacciate come il prodotto delle lobby green.
Come membro del network europeo di eccellenza su Biodiversità Marina e Funzionamento degli Ecosistemi ho ricevuto un finanziamento europeo. La Commissione ha utilizzato le risultanze del nostro lavoro per sviluppare le sue politiche e siamo andati a Bruxelles a parlare con politici e funzionari, esponendo i nostri risultati e dando consigli su quali legislazioni sarebbe stato opportuno promuovere. Ho fatto la stessa cosa con la Mission Healthy Oceans, Seas Coastal and Inland Waters, e altri progetti. Tra i risultati di queste azioni, finanziate dalla Commissione, ci sono la Marine Strategy Framework Directive e la Nature Restoration Law. E quindi sì, la Commissione mi ha pagato per permettermi di influenzare scelte politiche: sono un lobbista, pagato dalla Commissione! Ho fatto anche molte conferenze su queste cose. Gratis. Nessuno si è mai sognato di offrirmi 80.000 euro a conferenza. Perché non ci sono entità plurimiliardarie che hanno interesse a quel che faccio io. Quelli che offrono queste cifre sono petrolieri, produttori di armi, pesticidi e altre bazzecole del genere. A loro interessa molto che per il pubblico siamo tutti lobbisti e che uno valga l’altro. Proprio come i partiti: tanto sono tutti uguali. La sfiducia nella possibilità di cambiare qualcosa è la migliore arma per far sì che nulla cambi, e che la disonestà non sia così disonorevole: sono tutti disonesti! Con questi ragionamenti si potrebbe arrivare all’assurdo di riabilitare persone condannate in via definitiva, tipo Craxi e Berlusconi.

[Il blog di Ferdinando Boero ne “Il Fatto Quotidiano” online del 27 gennaio 2025]

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