I resti di Babele 16. I racconti di Mimmo Tardio. Un lungo affetto per la memoria

Con i suoi racconti Tardio dimostra come radio e tv siano diventate forme e strumenti di sviluppo e di cultura per un bambino e un ragazzo che negli anni cinquanta e sessanta viveva e sognava nella sonnacchiosa provincia salentina. Ma probabilmente le province si rassomigliavano tutte in quelle stagioni della storia d’ Italia. Probabilmente i bambini e i ragazzi si rassomigliavano tutti, come i luoghi, e sognavano tutti dietro le immagini e le voci che si generavano da apparecchi che al principio talvolta sembravano anche misteriosi.

La memoria bisogna saperla governare, certo. Ma per essa bisogna anche provare molto affetto. Forse è proprio l’affetto per la memoria la condizione che caratterizza questi racconti di Mimmo Tardio. L’affetto per quello che è stato, per come è stato, per tutto quello che ha determinato un profilo d’uomo, di donna, un’identità, che ha conformato la struttura del pensiero, il linguaggio, i sentimenti, le relazioni con gli esseri, i luoghi, le cose. Affetto per la memoria significa anche passione per questa terra: Sud del Sud, provincia difficile, periferia infinita. Anche i ricordi, al Sud, hanno un diverso sapore, provocano sensazioni diverse, diverse emozioni. I ricordi, a Sud, sono come la luce: a volte scintillante come le albe quando è aprile; a volte compatti, corposi come luce alla controra; a volte ondeggianti, indefiniti come quando arrivano nel dormiveglia pacato e confuso. In questo territorio di memoria entra Mimmo Tardio, delicatamente. Con affetto. A volte rimane sul confine del territorio e osserva le scene che scorrono come foto in bianconero riprese da un cassetto del comò. A volte, invece, quei territori li attraversa, e i luoghi e i personaggi e i fatti gli aderiscono addosso, lo coinvolgono, lo seducono. Lui sceglie qual è il particolare da raccontare, qual è quello che lo coinvolge di più, lo seduce di più, irresistibilmente. Ecco, allora, che cosa sono questi racconti di Mimmo Tardio. Sono l’esito di una lunga, irresistibile seduzione.

[“Nuovo Quotidiano di Puglia”, giovedì 23 gennaio 2025]

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