Il Male, quattro anni di sassate satiriche

di Gigi Montonato

Tra gli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso ci furono le ultime fiammate della contestazione giovanile tra inizi di riflusso e nuove forme di impegno politico. Una certa sinistra giovanile scelse la satira estrema. Nacque “Il Male”, un settimanale che durò quattro anni, dal 1978 al 1982. “Quell’idea non nacque dal nulla – scrive Eugenio Lo Sardo – né da un’improvvisa illuminazione. Fu piuttosto un percorso che mutuava le sue premesse da una nobile tradizione, cioè da quei movimenti di avanguardia in cui, ai principi del Novecento, si intrecciavano arte, letteratura e poesia. Nel caso del «Male» si trattava di un gioco anarchico di spirito dadaista, che tenacemente rifiutava la cruenza che devastava il paese, per dedicarsi invece all’invenzione graffiante e geniale”. Lo dice nell’antologia  Gli anni del Male. Quando la satira diventa realtà, a cura di M. Canale, G. Caronia, A. Pasquini (Derive-Approdi, 2024, pp. 286).

Mettendo da parte la componente satirica tradizionale, fatta di strisce e disegni, caricature e vignette, a dire il vero molto forti e ributtanti, questa rivista puntava fondamentalmente sulla confezione di prime pagine di quotidiani famosi con notizie del tutto false, ma in tutto credibili data l’indiscussa attendibilità delle testate. Gli autori, che erano disegnatori fumettisti fotomontaggisti e improvvisati attori e registi di autentici spot, erano eredi di ben due movimenti contestatori, il 68 e il 77, e scelsero la burla e lo sberleffo per attaccare il potere in uno dei suoi punti forza: la comunicazione.

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