Carteggio Mario Marti – Gianluca Virgilio 6. “Iannuzzeide”

Lecce 2 ag, ‘09

Caro Gianluca,

Grazie per la tua cara, bella e commovente ultima lettera, da me ricevuta qualche giorno fa.  Essa mi riconferma la tua chiara e schietta umanità; e son sicuro di non sbagliarmi. Siccome io consento, ben persuaso di quanto mi hai scritto (e te ne ringrazio), non ci sarebbe ragione di replica, se essa non mi avesse posto anche un quesito, cioè chiesto un mio giudizio sul tuo intervento riguardante la Iannuzzi; il  che farò ora  come meglio saprò (lo meriti bene!) per farti contento.

Dirò subito, in generale, che tu possiedi – per doti naturali o acquisite col lavoro e l’esperienza, non saprei dire – straordinarie qualità di scrittura, elegante garbo, chiarezza d’espressione, spontanea incisività sia nella tua narrativa memorialistica (quella almeno che io conosco), sia – e ancor più, direi –  nella tua saggistica, nella quale non manca qualche amabile tocco di umorismo allusivo (come quello, direi, per il mio gusto, assai felice, a conclusione della Iannuzzeide). Sono rimasto un po’ perplesso, invece, quando il giudizio critico sulla ricerca della Iannuzzi va tramutandosi, senza parere, ma effettivamente, in una sorta di analisi metaletteraria di natura psicologica, e non – come, secondo me, sarebbe il massimo – di precisazione ideologica. Cioè: sarebbe ben lecito, a mio giudizio, chiedersi quale sia la posizione ideologica dell’autrice rispetto ai temi trattati; ma non sarebbe lecito, invece, ricavare dall’analisi critico letteraria, un giudizio psicologico, o ancor peggio etico moraleggiante sull’autore. Non so che cosa avrà pensato la Iannuzzi leggendo che ella “appartiene al passato”, perché anche lei,  come le sue eroine “è una donna antica”. Io, francamente, me ne adonterei; ma, a prescindere dai riferimenti personali, è metodologicamente che la cosa non si può accettare. (Sempre secondo me, ovviamente!)

Seconda osservazione. Ti hai, nello scrivere, anche un innato “senso della misura”; sul quale però ti suggerirei (e ti raccomanderei) di stare attento. La tua “generosità” di lettore ti spinge talora a esagerare, magari senza volerlo. Con me t’è già successo, fortunatamente in modo assi fugace e non compromettente. Ma qui, con la Iannuzzi; come puoi costituirla a terza “eroina”, dopo la Maffei e la Treves? Rifletti solo un attimo, e ti accorgerai certo, non dico di altro, ma almeno dell’incredibile esagerazione! Evidentemente di acuto stridore sopra le righe.

Niente altro. Per tutto il resto valgano le note positive di carattere, s’è visto, generale. Ti saluto affettuosamente

Mario Marti

P.S. L’editore napoletano è Guida, non Giuda, come credo sia stampato anche all’origine.

Lina Iannuzzi
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