


Lecce 23 VII ‘09
Caro Gianluca,
Sono molto addolorato per la scomparsa di tuo padre, credimi. In verità l’altro giorno, il 17 se non mi sbaglio, sono venuti qui a trovarmi gli amici Nocera e Massari; e parlando anche, ovviamente, di te, Maurizio mi accennò al fatto che, rientrando egli a Lecce con la macchina, gli era sembrato di vedere, ma molto di sfuggita, il manifesto funebre riguardante, “forse, probabilmente”, tuo padre, ma non ne era affatto sicuro. Mi promise che, comunque, avrebbe confermato o meno; ma non si è fatto più sentire al proposito. Io son caduto nel dubbio: gli telefono? O non gli telefono? Ma temevo di fare l’uccello di malaugurio, o peggio addirittura lo iettatore; e mi sono taciuto, in attesa che la cosa comunque si chiarisse. E così infine è stato con la tua lettera, ricevuta or ora, che me ne assicura la conferma.
Che dirti, caro Gianluca? Fare le condoglianze è assolutamente banale e stupidamente rituale. Ma se ti dico che l’evento ha addolorato vivamente anche me, devi credermi. Io poi con tuo padre, anche dopo l’anno mio galatinese al Colonna, anno 1938-39, durante il quale fu mio alunno, bravo alunno, di terza liceo, ebbi spesso contatti di carattere culturale, perché egli scriveva dei saggi, sui quali chiedeva il mio parere. Che spesso purtroppo era anodino, per il fatto che la materia trattata era assai lontana dai miei interessi. E così fu che poi, piano piano, la cosa si smorzò e svanì.
Capirai meglio ora che cosa significhi per me la tua amicizia e la tua stima, considerata la comunanza dei nostri interessi di studio e di ricerca. Mi sembra quasi di aver trovato un filo interrotto, e di aver ripreso un colloquio a lungo silenzioso e segreto, ravvivato sempre dai ricordi di giovinezza e di entusiastico avvio. E ti ringrazio, in questo pur dolorosa evenienza.
L’intervista, non ti preoccupare; sarà quel che sarà, secondo opportunità futura. Essa per altro mi par che non contenga, per così dire, materia deperibile col tempo. I più affettuosi saluti e conforti a te e ai tuoi da parte del
tuo Mario Marti

