Bettina d’Andrea, insigne giurista bolognese del XIV secolo

di Rocco Orlando


Ritratto ad olio settecentesco presso la Biblioteca universitaria di Bologna, parte dell’eredità Monti dal 1754.

     Bettina d’Andrea (o Bettina Calderini, oppure Elisabetta Calderini) nacque a Bologna il 1311, terzogenita del giureconsulto Giovanni d’Andrea e di Milanzia dell’Ospitale, figlia del giureconsulto Bonincontro dell’Ospitale. La coppia ebbe cinque figli di cui due maschi (Bonincandro e Federico) e tre femmine (Bettina, l’ultimogenita Novella e poi un’altra donna di cui non si conosce il nome); inoltre i coniugi adottarono un altro figlio di nome Giovanni Calderini. I tre maschi seguirono le orme del padre; Bettina e Novella pure; nulla si sa della terza figlia se non che sposò Azo Ramenghi e che morì nel 1347.

      Giovanni d’Andrea Calderini, qualificato come “Arcidottore, fonte e tromba delle leggi” 1, era nato a Bologna nel 1271 dove studiò, perfezionò e divenne maestro nello studio dei sacri canoni e in relazione con Petrarca ed altri illustri dell’epoca. Fu professore nello Studium di Bologna dal 1302 fino alla morte avvenuta il 7 luglio 1348 a causa della “fatal peste” e fu seppellito nella Basilica di San Domenico, sempre a Bologna. L’insegnamento nella città felsinea si interruppe dal 1306 al 1309 a causa dell’interdetto del 1306 pronunciato dal Cardinale Napoleone Orsini contro lo Studium bolognese, e allora Giovanni si spostò a Padova dove insegnò diritto canonico.

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