di Ferdinando Boero
Ho commentato le indiscrezioni sulle modifiche dei programmi di formazione redatti da una commissione presieduta dall’ottima prof. Loredana Perla. Ho espresso un giudizio critico. Ripensandoci, alla luce della libertà di insegnamento, penso che potrebbero offrire spiragli verso la trattazione di argomenti funzionali alla conversione ecologica, predicata da Francesco in Laudato Si’, e alla transizione ecologica, programmata nel PNRR: la Bibbia ne contiene le premesse, e anche il latino. Nella Genesi, infatti, il Creatore assegna un solo compito ad Adamo: gli porta gli animali perché dia loro un nome. Dare il nome agli animali, un incarico divino, significa conoscere la biodiverstità. Un concetto inserito in Costituzione in tempi recentissimi. Nel Giardino dell’Eden Adamo ed Eva hanno a disposizione il mondo naturale, ma il Creatore pone un limite: il frutto proibito, il frutto della conoscenza del bene e del male: l’etica. Ma è anche un limite all’uso del Giardino. Infranto il limite i due vengono cacciati dall’Eden e, da allora, devono guadagnarsi il pane col sudore della fronte: è il passaggio da cacciatori-raccoglitori ad agricoltori! Nella torre di Babele gli umani parlano diverse lingue e non riescono più a comprendersi. Linneo, col Systema Naturae, pone fine alle ambiguità e inventa la nomenclatura binomia, in modo che, qualunque sia la lingua, le piante e gli animali abbiano un solo nome. Noi siamo Homo sapiens. Ma c’è di più: il nome è in latino. E qui arriva l’ora di latino. Come si usa il latino per costruire il nome delle specie? Usare una lingua non più di uso corrente la rende indipendente dalle specificità linguistiche di ogni paese. Si può arrivare lontano partendo da questi concetti. Ne volete ancora? Innervosito dal nostro comportamento, il Creatore decide di spazzarci via, con il Diluvio Universale. Poi ci ripensa e ci dà un’ultima occasione. Dice a Noè di costruire un’arca, per salvarsi con la sua famiglia. Probabilmente, quel giorno, il Creatore era pigro: avrebbe potuto ricereare tutto ma, invece, dice a Noè di mettere una coppia di tutti gli animali nell’arca, in modo da ricominciare con loro una nuova vita. Una coppia di tutti gli animali significa, ancora, la biodiversità. Non solo la dobbiamo conoscere, dando il nome agli animali, ma è anche essenziale per la nostra sopravvivenza: la dobbiamo salvare se ci vogliamo salvare. Ovviamente chi ha scritto la Bibbia aveva una passione per la zoologia (lo capisco) ma a questo punto bisogna spiegare che gli animali non bastano, ci vogliono piante, funghi, gli unicellulari e i batteri. Altrimenti gli ecosistemi non funzionano. La Bibbia ci permette di sviluppare concetti e ragionamenti modernissimi.