Lecce 15 VI ‘09
Caro Virgilio,
Sciolgo il mio debito di riconoscenza nei tuoi confronti informandoti che ho letto con interesse e attenzione la tua Infanzia salentina che hai avuto la cortesia di donarmi. Il libro mi è piaciuto per la sua freschezza narrativa, così asciutta e in certo senso (o misura) “popolare” del tono; per l’immediatezza dei sentimenti espressi, e per tutta la loro autenticità.
Infanzia mi par riduttivo, poiché mi sembra che anzi il periodo che tu narri e analizzi con maggiore impegno e compattezza sia piuttosto quello della crisi adolescenziale. Il quale poi si chiude con pagina assai toccanti e toccate ovviamente con la pienezza della tua maturità umana. Hai avuto la fortuna di due genitori esemplari. Nel tuo libro spicca più di ogni altra la figura di tua madre, salentina autentica, amministratora (me lo sia permesso) intelligente e sparagnina, guida concreta, sempre pronta e sicura; è una madre che per molti aspetti mi ha ricordato la mia, salentina autentica anche lei e sparagnina al centesimo. Tuo padre al suo lavoro; piuttosto in ombra invece la sorella (nessuna ”complicità” nei confronti dei “vecchi”?). Poi il piccolo mondo, caro e affettuoso, curioso e sperimentale, nel quale Marcuse (p. 162) ci sta proprio come un segno del mondo “altro”. Le “visioni” dei volti femminili, le prime esperienze…
Ma la tua mamma è ancora viva? È chiaro che fra la mia mamma e la tua corrano in mezzo due generazioni; e anche fra la mia generazione e la tua. Lo vedo dalla differenza dei giuochi e delle sensazioni sociali. Insomma, sostanzialmente, un libro emblematico del fatale scorrere del tempo storico. Ahimè, ancora la storia!
Hai ricevuto la mia replica alla tua graditissima? Ti saluto affettuosamente insieme col tuo papà.
Mario Marti