Una lettera di… 17: una lettera di Giacinto Urso (nel trigesimo della scomparsa)

Questa lettera, manoscritta sul recto e sul verso di un foglio intestato “On. Giacinto Urso | Difensore Civico Emerito | della Provincia di Lecce”, mi venne inviata il 23 novembre 2010 dall’on. Giacinto Urso, scomparso il 14 dicembre 2024, esattamente un mese fa, a Nociglia dove era nato il 12 giugno 1925. Mi giunse del tutto inaspettata, come pure lo furono le successive che ricevetti da lui e che riconoscevo, prima di aprirle, dalla nitida, elegante grafia. In essa mi informava di essere stato allievo, al Liceo “Colonna” di Galatina, di Vittorio Bodini del quale rievocava un gustoso episodio relativo al suo rapporto con le studentesse. Al tempo stesso mi dava atto che con il mio lavoro di ricerca avevo contribuito a far conoscere e a valorizzare l’opera bodiniana. Inutile dire che questo riconoscimento, venuto da una autorevole personalità del mondo politico-amministrativo salentino, che aveva dimostrato sempre grande sensibilità verso la cultura, mi fece molto piacere, spingendomi a continuare su quella strada.


Un giovane professor Vittorio Bodini (al centro) con i suoi allievi del Liceo “Pietro Colonna” di Galatina nell’a.s. 1941-1942.

Dell’on. Urso, ovviamente, avevo già sentito parlare da molto tempo. Sapevo che era stato deputato della Democrazia Cristiana e poi, per due volte, Sottosegretario di Stato alla Pubblica istruzione, ma lo avevo conosciuto personalmente il 20 dicembre 1986 allorché fui invitato a pronunciare il discorso commemorativo  in occasione del cinquantenario della morte di Grazia Deledda nell’Istituto tecnico femminile di Lecce intitolato alla grande scrittrice sarda. In quella occasione l’on. Urso, allora presidente della Provincia, che era presente alla manifestazione, scoprì un busto in bronzo della Deledda, opera dello scultore Leandro Ghinelli, insieme col preside della scuola, Paolo Congedo.


Manifestazione tenutasi presso l’Istituto tecnico femninile “Grazia Deledda” di Lecce il 20 dicembre 1986. A sin. l’on. Giacinto Urso, al centro, in piedi, il preside dell’Istituto, prof. Paolo Congedo: alla sua sinistra Antonio Lucio Giannone. Accanto a Urso il Provveditore agli studi.

Nel 1989, poi, Urso fu il promotore della importante mostra dell’aeropittore futurista leccese Mino Delle Site presso il Museo provinciale “Sigismondo Castromediano”. Due anni prima, il 22 giugno 1987 aveva rivolto direttamente un invito a Delle Site, che viveva a Roma dagli anni Trenta e che era stato quasi dimenticato nella sua terra d’origine.

L’artista, con cui ero entrato in contatto personalmente e che avevo cercato di “riscoprire” con saggi, articoli e interviste apparsi anche su giornali locali, mi fece avere una fotocopia del biglietto d’invito che gli era stato inviato dall’uomo politico salentino il 22 giugno 1987: “Caro Maestro, | si può avere una Sua | mostra nella Sua Lecce? | Grazie e auguri | non dimentichi il nostro Museo! | Giacinto Urso”.

Dato anche il mio interesse per l’opera del pittore, mi fu chiesto di dare un contributo nel catalogo, che venne intitolato Mino Delle Site. Aeropittura e oltre, dal 1930 (Milano, Electa 1989), curato, come la mostra,  da Enrico Crispolti, il massimo esperto di futurismo in campo artistico. Il mio saggio riguardava la diffusione del movimento marinettiano nel Salento, di cui Delle Site e il coetaneo Bodini, suo compagno nelle prime due classi della scuola elementare, erano stati i maggiori protagonisti negli anni Trenta. La sera dell’inaugurazione e della presentazione della mostra, il 15 ottobre dell’89, l’on. Urso, di cui sul catalogo figura un indirizzo di saluti, non era presente a causa di altri impegni, ma prese parte un altro giorno a una cena offerta dall’Amministrazione provinciale in onore dell’artista alla quale partecipai anch’io.

Parecchi anni dopo, il 19 ottobre 2018, fui io, invece, a invitarlo presso l’Università del Salento, per offrire una testimonianza su Donato Valli, che era stato docente di Letteratura italiana moderna e contemporanea e rettore dell’Ateneo nonché mio maestro, a distanza di un anno dalla sua scomparsa. La manifestazione si tenne nell’aula “M. L. Ferrari” di Palazzo Codacci Pisanelli, con la presenza, tra gli altri, anche del rettore di allora Vincenzo Zara,  e l’on. Urso, alla bella età già di 93 anni, tenne un lucido intervento su Valli di cui era stato “fraterno amico”. Qui, tra l’altro, ricordava, di essere “l’ultimo rappresentante di quel nucleo fondativo che, per volontà del popolo, ebbe la felice intuizione di dotare la nostra terra di un Ateneo”. Alla fine della manifestazione mi fece omaggio del suo scritto che feci pubblicare sul mensile “Presenza taurisanese” di Luigi Montonato nel novembre di quell’anno.


Manifestazione tenutasi presso l’aula “M. L. Ferrari” di Pal. Codacci Pisanelli il 19 ottobre 2018. Nella foto: da sin. prof. Mauro Biliotti, on. Giacinto Urso, il rettore prof. Vincenzo Zara, Antonio Lucio Giannone, dott. Stanislao Natali.

Ma per tornare ora alle letterine inviatemi dall’on. Urso, l’11 maggio 2013, in un’altra missiva mi scrisse di aver appreso l’istituzione di un Centro studi su Vittorio Bodini  e chiedeva di poterne far parte “come semplice ‘scolaro’ di tanto Maestro”. Il 25 febbraio 2018 mi scriveva ancora: “da riconoscente alunno del prof. Vittorio Bodini godo della rimembranza del suo essere e del suo fare nel contesto della grande letteratura italiana. In contempo, ‒ continuava ‒ sono grato a Lei per gli studi condotti nel suo nome, convinto che, senza un prezioso retore, anche gli Spiriti più eletti non avrebbero memoria e onore”.

Il 4 aprile 2019, poi, mi mandò quest’altra lettera, manoscritta sul recto di un foglio intestato come la precedente, che è un’ulteriore dimostrazione dell’attenzione costante con cui seguiva le vicende culturali, oltre a quelle sociali ed economiche, del territorio salentino al quale era legatissimo. Qui, accanto a Bodini, ricordava anche Girolamo Comi del quale quell’anno avevo curato, insieme a Simone Giorgino, con le Edizioni Musicaos di Neviano, tutte le Poesie, in occasione del cinquantenario della morte del poeta. Al tempo stesso, rivendicava la soluzione da lui trovata per permettere a Comi, caduto in povertà, di vivere dignitosamente con un vitalizio in cambio della cessione alla Provincia di Lecce del palazzo avito di Lucugnano, auspicando la ripresa della rivista “L’Albero” fondata da Comi:

Lecce

4. IV. 2019

Da semplice cittadino, mi piace, esimio Prof. Giannone, ringraziarla per quanto ha donato e dona alla conoscenza e alla divulgazione dei poeti Vittorio Bodini, mio docente liceale di italiano  e di Girolamo Comi, amico indimenticabile.

Da parte mia, sono convinto che, anche nel campo culturale, si ha bisogno di volenterosi  ‘allenatori’ di memoria altrimenti anche personaggi famosi rischiano il chiarore dell’ombra e la dimenticanza corale. A seguito della sua lodevole iniziativa accademica, ciò non sta avvenendo per Bodini e, ora, per Comi, rimasto, per giunta, ‘orfano’ di Donato Valli.

Particolarmente mi sento orgoglioso – anni 1950-1960 del secolo scorso – di avere “inventato” la soluzione, accolta dai mondi politico-amministrativi di allora, per riscattare dalla povertà assoluta, il barone Girolamo Comi e la Sua governante, assegnando a loro un vitalizio, erogato dall’Ente-Provincia, acquirente del Palazzo residenziale e della ricca biblioteca, che potrebbero divenire un qualificato ‘Centro di cultura’ a disposizione di tutti e dell’abbandonato Capo di Leuca. Sarebbe pure auspicabile che, nel prossimo domani, “L’Albero” ritornasse a vegetare, avendo, a mio parere, intatte le sue antiche radici.

A Lei ogni bene da parte di Giacinto Urso con i suoi 94 anni di età. Quasi.

P. S. il modello-Comi, in seguito fu ripreso in Parlamento e nacque la vigente legge, denominata “Bacchelli”, che concede soccorso ai celebri personaggi in miseria.

Nella busta era allegata una sua bellissima Lettera aperta alla Costituzione, uscita su “Espresso Sud” nel gennaio 2018. In altre lettere mi mandò anche un articolo sul Grande Salento, un’intervista sempre su questo argomento e, nel marzo 2020, una sua poesia intitolata Al migrante, che definiva “stravaganze senili”. Nel 2024, infine, solo qualche mese fa, ebbe anche la bontà di inviarmi il seguente messaggio di complimenti e di auguri per la nomina a professore onorario di UniSalento, vergandolo sulle fotocopie della sua Prefazione al volume di Lino De Matteis, Storia del Grande Salento: “2024 Nel mentre  l’Università del Salento | onora il Suo valore sapienz[i]ale, con tributo | di affetto e riconoscenza, unisco il mio | omaggio e l’augurio di ogni bene anche | nel ricordo del grande letterato Prof. Valli, mio | fraterno | amico. | Giacinto Urso | con i suoi | quasi 99 anni | di età”.

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