Taccuino di traduzioni 16. Philippe Jaccottet

di Antonio Devicienti

Plus aucun souffle.

Comme quand le vent du matin

a eu raison

de la dernière bougie.

Il y a en nous un si profond silence

qu’une comète

en route vers la nuit des filles de nos filles, nous l’entendrions.

.

Cessato ogni soffiare.

Come quando il vento del mattino

ha soverchiato

l’ultima candela.

C’è in noi un silenzio così profondo

che una cometa –

sulla rotta incontro alla notte delle figlie delle nostre figlie –

noi l’udremmo.

Nota: Appartengono al libro pubblicato nel 1969 e intitolato Leçons i versi che ho scelto di tradurre qui; lezioni sempre apprese e mai date queste di Jaccottet il quale, anzi, in un altro suo testo si definisce l’ignorante.

Chi scrive lo fa sempre in veste di allievo, di apprendista, di scolaro del mondo e della natura, dell’esistenza e del pensiero – per questo appare fondante la dialettica tra silenzio e suono che, nelle abissali distanze di spazio e di tempo, prepara la scrittura non quale accensione di sapienza, ma quale umile traccia di chi sta in ascolto, di chi imparando dal silenzio sommessamente parla (scrive).

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