Vita nuova

di Gianluca Virgilio

Sono successe tante cose da quei tempi lontani, che mi accade di ricordarne solo alcune; penso che siano le più importanti. Di queste voglio lasciare traccia nel presente libretto, per ripartire da esse, per non riparlarne mai più, perché così credo di iniziare una nuova vita.

Ero molto giovane, allora, avevo poco più di quindici anni. Lei aveva un paio d’anni più di me. Il suo nome in questa storia non ha importanza. Né ricordo la prima volta che la vidi, come era vestita, che cosa ci dicemmo, nulla. Ricordo soltanto una mia interna emozione, che non mi venne meno neppure quando mi ritirai in camera mia. Che cosa fosse questa emozione io non sapevo, ma sapevo che tutti la chiamavano amore e così la chiamai anch’io.

L’andavo cercando per vederla e uscivo da casa molto spesso, per incrociarla per strada in modo che apparisse casuale, il che mi accadeva qualche volta, senza altro risultato. Lei era sempre in compagnia di un’ amica oppure d’un ragazzo che la scarrozzava spesso in vespa, e io dovevo accontentarmi di un fugace saluto, di uno sguardo, d’un gesto amichevole.

L’avevo vista molti anni prima: in un cinema, in una festa per bambini, per strada? Non lo so più. Abitando entrambi nella stessa città, è possibile che l’abbia vista in qualsiasi luogo. Anche allora ne avevo ricavato l’emozione che provai la seconda volta, una sorta di stupore che emanava da un corpo sconosciuto, diverso dal mio, sconosciuto e per questo misterioso e attraente. Fu un tale stupore che mi indusse a scrivere le prime poesie, che feci leggere al mio migliore amico, il quale mi incoraggiò a proseguire. Ora so che il suo consiglio valeva quanto quello di uno stolto.

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