di Paolo Vincenti
Rileggendo un articolo su “San Martino e la festa dei cornuti”, scritto molti anni fa, si è destata in me la malsana curiosità di approfondire l’origine della singolare associazione corna-adulterio, animale cornuto-marito tradito. Si tratta di una ricerca di altissimo profilo, sebbene senta già nelle orecchie le risate sghignazzanti degli amici storici professionisti. San Martino, infatti, oltre a quello dei mendicanti, riveste il singolare protettorato dei “cornuti”. Se ne riportano varie e fantasiose versioni. Nel nord Italia, specialmente nelle aree agricole, i contratti di affitto venivano convenzionalmente fatti partire l’11 novembre, data in cui i lavori nei campi erano ormai finiti. Allo stesso modo, in quella data si facevano decorrere i nuovi contratti. I contadini lasciavano le loro cascine per tornare in paese oppure si spostavano nei nuovi poderi ed era facile quindi imbattersi in carri e carretti pieni di masserizie e attrezzi di lavoro. Si diceva “fare San Martino” per intendere il trasloco e questo modo di dire si è protratto fino ad oggi. Quello era anche il periodo in cui si facevano gli acquisti per la nuova stagione agricola e si compravano anche gli animali. In tutta la Puglia, nei tempi passati, si tenevano per San Martino importanti fiere degli animali con le corna. Questo fatto portò i maligni, collegando le corna degli animali a quelle dei mariti traditi, a coniare vari proverbi, come: “per San Martino, gira e rigira, tutti i cornuti vanno alla fiera”, oppure “chi ha moglie tenga per casa San Martino”. Durante questa fiera, si poteva vendere e comprare di tutto. I contadini erano allettati dalla varietà e dall’abbondanza della merce esposta: ora, l’abbondanza è simboleggiata dalla “cornucopia” o corno dell’abbondanza, e per questo San Martino guadagnò il protettorato sulle corna in genere, anche quelle simbolo di prosperità. I buontemponi, durante la festa, erano soliti fermarsi davanti alle case dei mariti traditi, i cosiddetti “becchi”, ed intonare canzoni sfottenti nei loro confronti.