Salento segreto

Stranezze (Dal tarantino. Gli oroscopi d’amore; Il fischietto; Liti per il “Don”; Le “Croci” del santuario della Madonna della Croce in Francavilla Fontana; Pozzi e cisterne maledetti – dalle Cronache di Lecce –; Taranto. Pizzichicchio, il capobrigante; Il “carma jermi”; La leggenda dei “trappitari” di Monte Morello; Carovigno: la ‘nzegna; Da Alezio a Lima passando per Malta; Gli aliossi – cuntrici -. Il più antico gioco salentino; Calimera: la “pietra forata” o “pietra sacra” nel bosco di S. Vito e altro ancora; Grecìa Salentina: le monete della morte; Il gioco e la croce di Zezza: rimedi per un trapasso prolungato; La personificazione del Carnevale e della Quaresima nella tradizione popolare salentina; Manzoni a Parabita; La “cenerentola d’Italia” e una foto clamorosa; Il canto oscuro di rituali ancestrali. Di S. Vito e altro ancora; Carmelo Preite, una vita per la musica. Da Presicce al successo nazionale come direttore e compositore anche per Tito Schipa).

Coda del diavolo (Pane che sanguina; Gallipoli, mostri e fattucchiere all’opera; Salve, 1752: Caterina, ”maliata et ossessa”, un caso di esorcismo; Chi dice donna, dice per caso… diavolo?; Il demonio… tra noi! Davvero?; Salve. “Al pari del demonio e forse più sono astute le donne”: due finte ossesse; “Sant’Antonio Abate dei funghi” a Zollino; Supplica contro una strega venefica).

Morsi e rimorsi (Il ballo della tarantola; Nietzsche e la tarantola; San Pancrazio Salentino: le tarantate; Calimera. Inseguendo la luna nel pozzo di una monaca tarantata e altro ancora; L’ultimo tarantato).

Ecco. Ritengo che sia stato proprio necessario per dare un’idea del contenuto del libro. I testi di tutto questo ben di Dio delle più autentiche tradizioni del Salento sono di: Maria Agostinacchio, Andrea Anglani, Rossella Barletta, Salvatore Bianco, Raffaella Bongermino, Giacomo Carito, Oreste Caroppo, Mario Cazzato, Giovanni Colonna, Angiolino Cotardo, Beppe D’Ercole, Nicola De Simone-Paladini, Ennio Frassanito, Vito Forleo, Marcello Gaballo, Giuseppe Gigli, Lory Larva, Lucio Maiorano, Luigi Manni, Grazia Martella, Eraldo Martucci, Maurizio Nocera, Daniele Palma, Emilio Panarese, Elio Pindinelli, Ruggero Rizzelli, Luigi Rucco, Francesco Ruggieri, Luigi Simmini, Gilberto Spagnolo, Pancrazio Stridi, Domenico Urgesi.

In conclusione un libro molto interessante che, come scrive il curatore Mario Cazzato: «Universalmente si dice, perché le storie di questo genere che qui si raccontano, nulla hanno a che fare con il colore locale o con un esoterismo di maniera che si compiace dei suoi eccessi di nonsense, ma rimandano a radici profondissime che condividono con un orizzonte europeo […] E quando pensavamo che questo materiale, ormai consolidato e affidato alle bibliografie, avesse raggiunto un grado di saturazione, ecco che uno studioso straniero, G. A. Monson, dalle carte in parte inesplorate degli Archivi Vaticani tira fuori una monaca leccese, Caterina Baccone, di buona famiglia che, per trovarsi tarantata il 1646, chiede addirittura al vescovo Pappacoda l’autorizzazione a ballare nel proprio convento di francescane. E la monaca, nel caso specifico, la monaca tarantata è un topos di questo universo inesplorato […] Nella ricerca di questo materiale, un tempo definito folkloristico, è emersa la necessità di dare almeno un’idea della varietà dello stesso che può passare dal grasso racconto del prete di Lucugnano alla denuncia presso la Penitenzieria apostolica di un caso di “stregoneria” venefica» (pp. 5-6). Insomma un bel libro che arricchisce di conoscenza e riflessioni il lettore e la lettrice.

[“Il filo di Aracne”, anno XIX – n. 4, ottobre/dicembre 2024, pp. 11-13]

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