NOTA
ALLA TRADUZIONE: ho cercato di rendere
un tributo all’opera multiforme e assai interessante di Pierre Alféri (Parigi
1963, ivi 2023) scegliendo un testo in versi e proponendone una traduzione che
(sia chiaro) è ben lontana dal rendere tutte le valenze e le oscillazioni
insite nelle scelte lessicali e nelle immagini suscitate.
Mi è piaciuta l’idea di una scrittura che, simile a un obiettivo fotografico,
vaga per la città non ancora del tutto travolta dalla frenesia diurna e che
conserva ancora un’intimità che, con immediato pudore, nel momento stesso in
cui viene colta torna a velarsi avviandosi nel viaggio attraverso il nuovo
giorno.
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