Una ‘drammatica’ cronaca barese d’altri tempi
di Antonio Mele ‘Melanton’
All’Ufficio “Smarrimenti & Ritrovamenti” di Bari, non lontano dal nuovo Teatro Margherita e dal Lungomare, c’era molta folla, quella mattina del primo agosto dell’anno di grazia 1929, e i due Impiegati facevano gran fatica a esaudire le numerose e pressanti richieste del pubblico.
Uno Strano Signore, completamente decapitato, agitava freneticamente verso lo sportello una fotografia che riproduceva un volto a grandezza naturale, e di tanto in tanto l’avvicinava a sé, ponendosela sul collo.
Il Maggiordomo che l’accompagnava cercava di spiegare all’Impiegato dietro lo sportello: – Vedete? il signor Conte ha perso la testa per una Ballerina… Osservate bene la fotografia e controllate cortesemente se la testa del signor Conte è stata ritrovata!
Alle loro spalle, tra sbuffi e spintoni, un Uomo col cappello sulle ventitré farfugliava rumorosamente che l’avevano mandato lì perché aveva perso la memoria, mentre un Celebre Oratore seguitava ad urlare: – Insomma, sono due settimane che vengo qua, e domani ho la conferenza… Allora, l’avete trovato il filo del mio discorso?”.
La confusione cresceva, finché sul posto non intervenne un burbanzoso Gendarme, con tanto di mustacchi scuri e di sciabolone alla cintola, che con voce poderosa ordinò: – Silenzio, o faccio sgombrare! Poi, con tono sarcastico, aggiunse: – Ci mancherebbe che, oltre al resto, perdiate pure la calma!
La folla zittì, e sotto lo sguardo severo del Gendarme ripresero le richieste.