Yesterday


In Yesterday due personaggi, oramai anziani, ricordano i Beatles. E vanno a ringraziare chi riproponeva la loro musica. Lui si aspettava che lo denunciassero per plagio, e invece gli danno un foglietto con un nome e un indirizzo. Erano i riferimenti di John Lennon, oramai anziano. Ma vivo. Ricordo quando seppi che era stato ucciso. La mia adolescenza è finita ben prima del 1980, ascoltavo già “altro” allora, ma la morte di John è stata un passaggio traumatico da un periodo ad un altro periodo che, in effetti, era finito da tempo ma che covava sotto la cenere del ricordo. Cose che solo chi ha vissuto quel periodo può capire.
Andai a vedere Midnight in Paris con mia figlia. Il protagonista vive, di nuovo per distorsioni temporali, in altri periodi e incontra persone come Hemingway e Toulouse-Loutrec, a Parigi, a mezzanotte. Usciti dal cinema ho chiesto a mia figlia: in che periodo ti sarebbe piaciuto vivere? La mia scelta era l’era vittoriana, il tempo di Charles Darwin, il mio eroe. Gaia mi rispose: la tua. Mi piacerebbe aver vissuto gli anni Sessanta. La cosa mi sorprese. Di solito i figli non hanno grande considerazione per il tempo dei loro genitori, che considerano vecchie cariatidi che “non possono capire”. Ripensandoci, aveva ragione: non cambierei il “mio tempo” con nessun altro. Anche perché “ho visto i Beatles”. Alla fine del loro concerto a Genova mi misi sul percorso che portava ai camerini, e mi passarono a un metro. Sono stato a un metro da John, Paul, George e Ringo.
Ci sono posti e tempi che ricorderò per tutta la vita, anche se qualcuno è cambiato. Qualcuno per sempre, non per il meglio, qualcuno è andato, qualcuno è restato. Tutti quei luoghi hanno i loro momenti, che ancora posso ricordare, con chi ho amato e con gli amici che ancora ricordo. Nella mia vita li ho amati tutti… non perderò mai l’affetto per le persone e le cose passate, e spesso mi fermerò a pensare a loro. La canzone (In my life) finisce dicendo che la persona in quel momento amata è quella amata di più. Vero. Noi siamo quel che abbiamo vissuto e il presente è frutto di quel passato. Sapere, come so, che quel che mi resta da vivere è MOLTO meno di quel che ho vissuto è una consapevolezza che di solito non mi impressiona più di tanto. Ma rivivere quei momenti, come me li ha fatti rivivere Yesterday, mi ha fatto piangere… piuttosto imbarazzante, visto che chi era di fronte a me se n’è accorto.
Dopo i Beatles e molto altro, mi imbattei in Frank Zappa. Ha scritto Oh No su Lennon, si riferisce alla sua All you need is love, proprio dei Beatles. Oh no, non ci credo, tu dici di conoscere il significato dell’amore, davvero pensi che possa essere raccontato? Tu dici di saperlo davvero, penso che dovresti controllare di nuovo, Come fai a dire che tu credi che sarà la chiave di un mondo d’amore? Tutto il tuo amore mi salverà? Tutto il tuo amore salverà il mondo da quello che non possiamo capire? Oh no, non ci credo. E nei tuoi sogni puoi vedere te stesso come un profeta che salva il mondo. Le parole dalle tue labbra. Non riesco a credere che tu sia davvero così scemo. Concordo con Zappa, ovviamente, ma Yesterday mi ha comunque fatto piangere, come ho pianto quando hanno ammazzato John.

[Il blog di Ferdinando Boero ne “Il Fatto Quotidiano” online del 7 dicembre 2024]

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