di Ferdinando Boero
Su alcuni treni si possono vedere film: ne ho approfittato e ho guardato Yesterday. Racconta la storia di un cantante che, a seguito di un incidente e di un evento planetario di distorsione temporale, è l’unico a ricordare dell’esistenza dei Beatles, scomparsi dalla storia assieme alla Coca Cola e alle sigarette. E quindi inizia a proporre le loro canzoni come proprie, raggiungendo un successo planetario.
Ho visto i Beatles in concerto, a Genova, nel 1965. Avevo 14 anni. Il primo 45 giri che ho comprato è stato Twist and Shout, e il primo LP è stato Beatles for Sale. Dopo due anni, sempre a Genova, ho visto gli Stones. I Beatles hanno segnato il mio imprinting musicale. L’imprinting è stato scoperto da uno zoologo-etologo, e gli fruttò il Nobel. Riguarda l'”impressione” nella memoria di animali appena nati della prima figura che vedono al momento della nascita. Famosa l’immagine di Konrad Lorenz seguito da una fila di paperelle che hanno visto lui al momento della schiusa delle uova che le contenevano, riconoscendolo come loro madre. Io ho “seguito” i Beatles. Mi sono molto immedesimato in Yesterday, la riscoperta di quelle canzoni mi ha portato alla ricerca del tempo perduto, a quando le ho sentite la prima volta, agli eventi della mia vita che sono stati accompagnati da quelle melodie. Non sapevo l’inglese, allora. Le cantavo imitando suoni di cui non comprendevo il significato. Dopo, mi sono accorto della loro banalità: Voglio stringerti la mano, Lei ama te, fino a Lucia nel cielo con i diamanti e a Tutto quello di cui hai bisogno è l’amore. Non erano le note o le parole ad essere importanti, era la vita che stavo vivendo, che si accompagnava a quei suoni. I Beatles avevano i capelli lunghi, così mi feci crescere i capelli. Comprai anche un berretto simile a quello di John Lennon in Help, gli stivaletti alla Beatles e i jeans scampanati indossati da Harrison mentre attraversa Abbey Road. I capelloni erano considerati strambi, dai benpensanti, compresi i professori di scuola. Quell’abbigliamento, quel modo di presentarsi, era considerato riprovevole.