Abbasso il mare

Una volta, quando il concetto di “politicamente corretto” era del tutto sconosciuto anche a livello terminologico, chiamavamo gli immigrati di colore appunto negri o mori; ricordo bene, ero ancora un bambino, che la gente si mostrava insofferente alle richieste degli ambulanti di comprare la loro merce specie quando erano insistenti e nessuno si faceva scrupolo di scacciarli in malo modo apostrofandoli con insulti razzisti. In spiaggia, li si teneva alla larga e, se proprio non si riusciva, li si respingeva bruscamente: “ma cci bboi? Vabbanne de qquai! Ancora quai stai? No mme serve nenzi, camina!”. Nessuno si scandalizzava perché quello era l’unico codice comunicativo conosciuto. “Ah… te nou qquai staie quistu… torna a casa tua!” Oggi, in nome di un malinteso concetto di integrazione e del famigerato politically correct, non solo non si insultano o dileggiano i vecchi “vu cumprà”, ma anzi li si invitano ad avvicinarsi all’ombrellone e si offre loro qualcosa da bere o da mangiare e non li si fa andar via senza aver comprato qualsiasi cosa. Sovente, signore borghesi o giovani alternativi e radical chic intrattengono con loro in spiaggia ameni discorsi tempestandoli di domande sulla loro provenienza, sui motivi dell’esodo forzato (anche quando è chiaro un miglio che non sono emigrati politici o economici), sui loro usi e costumi, sulle convinzioni religiose, a volte spiazzando gli stessi commercianti i quali vorrebbero solo rifilare ai ricchi occidentali “spiaggiati” la mercanzia ed asolare al più presto. Io mi sento a disagio e nemmeno la lettura a volte riesce a farmi estraniare da quella situazione e dai vicini di ombrellone ciarlieri. A proposito di Marziale, mi viene di pensare all’assenzio, santonica medicata virga, erba medicamentosa dei Santoni, di cui l’autore latino parla in una suo epigramma5. I Santoni erano un popolo della Gallia che aveva capitale Saintes, ovvero Aquitania (sita tra La Rochelle e Bordeaux), come riferisce Plinio nella Naturalis Historia6, da cui “santoni” per maghi, profeti, guru, i quali avevano fama di essere esperti naturalisti e guaritori ed una delle erbe che essi manipolavano era l’assenzio. Ecco, forse mi servirebbe quest’erba per mettermi calmo e trascorrere questi quindici giorni di agosto (“la quindicina” si diceva un tempo) in santa pace. Quando sono nella casa al mare sogno di tornare in paese per riprendere le mie passeggiate in campagna. Amo percorrere chilometri e chilometri su sentieri campestri d’estate, anche quando fa caldissimo, perché questo svago è per me un toccasana, mi procura un benessere diffuso al corpo e alla mente. Quando le città si svuotano, ad agosto, è ancora più piacevole. Il massimo è camminare a piedi sotto la canicola all’ora di pranzo nelle strade deserte. A quell’ora davvero sento miei il paese e le campagne e mi torna in mente la bellissima scena finale del film Un sacco bello di Carlo Verdone in cui l’ingenuo Leo, in una Roma agostana semivuota (che oggi non esiste più) fa il su e giù dal supermercato e dalla farmacia per conto della mamma dispotica che lo attende per le ferie a Ladispoli e in un moto di scoramento, stanco e sudato mentre torna a casa carico di buste, ad un omaccione che dalla finestra gli chiede “Ahò, embe?”, lui risponde: “Sì fai presto te a di’ embè, là alla finestra, calmo. Te ci vorrei vedè io a combattere con la vita, co e strisce, con l’olio, coi pompelmi, con mi madre, aho dice…”. Ma intanto “da Cipro, terribile per il troppo calore”7, lo scirocco continua a imperversare ed io soccombo. La rosa dei venti non gira mai a mio favore.

Note

1 Marziale, 9, XC, 12, in Idem, Epigrammi, Volume secondo, a cura di Simone Beta, Milano, Oscar Mondadori, 2005, p. 589.

2 Pseudo Virgilio, Appendix Vergiliana, Dirae, v.38, in Appendix Vergiliana, a cura di Maria Grazia Iodice, Prefazione di Luca Canali, Milano, Oscar Mondadori, 2002, p. 10.

3 Orazio, Odi, II, 16, v.23, in Idem, Odi Epodi, a cura di Luca Canali, Note di Maria Pellegrini, Milano, Oscar Mondadori, 2004, p. 171.

4 Orazio, Epodi, 10, v. 4, Ivi, p. 398.

5 Marziale, 9, XCIV, 1, in Idem, Epigrammi, Volume secondo, cit., p. 591.

6 Plinio, Naturalis Historia, XXVII, 45.

7 Marziale, 9, XC, 10, in Idem, Epigrammi, cit., p. 589.

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