di Antonio Devicienti
(bodiniana secunda 1) il palmizio e la chiesa del Rosario
(NOTA: queste brevi prose ispirate all’opera di Vittorio Bodini presuppongono che chi legge abbia dimestichezza con i libri del poeta – è questo il motivo principale per cui non si forniscono note esplicative e/o di carattere bibliografico. Aggiungo che ogni prosa è stata concepita quale reverente, ammirato omaggio al poeta salentino).
Mentre ci si avvicina a una delle porte dove sembra che Lecce stia per finire (oltre ci sono i viali e c’è un’altra Lecce) la mente ricapitola passi e stratificazioni di passi, cieli scorti tra i cornicioni e stratificazioni di cieli che nulla hanno a che fare col tempo aritmetico dell’orologio.
Il Rosario, che prelude a Porta Rudiae, i palmizi scorti attraverso anditi occasionalmente aperti (innumeri sono i giardini nascosti di questa città) – ma anche viceversa: il Rosario, primo splendore che s’incontra entrando attraverso Porta Rudiae e i palmizi pù o meno celati, tutto questo già contiene, in nuce, la città.
Raramente pensiamo che siamo soltanto gli ultimi di molte generazioni che hanno abitato stanze e animato strade, pregato in chiese fatte non soltanto di pietra porosa e reattiva alla luce, ma anche di tempi del vivere che, patine sottilissime, affiorano nelle pagine dei poeti.
Il palmizio e la Chiesa del Rosario.