Sono numerosi i casi di nomi propri che diventano nomi comuni. Dal nome Adone, il giovane amato da Venere per la sua straordinaria bellezza, deriva adone ‘giovane molto bello’, attestato in italiano dal 1516. Recenti voci entrano attraverso il cinema e alcuni personaggi notissimi. Ad es., armata Brancaleone ‘gruppo di fanfaroni e improvvisatori’, Rambo ‘specie di superman invincibile’ (anche al femm.: Ramba), Fantozzi ‘impiegatuccio goffo e sfortunato, con i derivati fantozziano e fantozzata ‘comportamento maldestro e impacciato’. E ancora cicerone, mecenate, gradasso, rodomonte, marfisa, merlino, galeotto, morgana, roncisvalle ecc.
Alcuni nomi avevano nel Medioevo implicazioni che con i secoli si sono sbiadite o annullate. Chi negli anni Duemila battezza la propria figlia Ginevra non sempre la immagina in veste regale, moglie di un re e amante di un prode cavaliere. L’epica cavalleresca è alla base di un repertorio sterminato. Da Parsifal, adattato in italiano più spesso come Percivalle, derivano decine di cognomi diversi, tutti legati al nome del cavaliere della Tavola Rotonda impegnato nella conquista del sacro Graal. Dalla recitazione dei cantastorie nelle strade derivano Orlando, Rinaldo, Ruggero, Ginevra, Oliviero, Tancredi, Tristano, Angelica, Fioravante, Galgano e altri ancora.
Certi nomi medievali si continuano per secoli, arrivando ai nostri giorni. Da qualche anno abbiamo in testa alle classifiche dei nuovi nati Sofia per le bambine e Leonardo per i maschi (anche Leonardo è un nome medievale). Il campo femminile è dominato da Ginevra, Beatrice, Aurora, nomi che richiamano direttamente la letteratura epica o Dante e, nel terzo caso, il nome della Bella addormentata nel bosco, una delle favole medievaleggianti nell’iconografia e nella sceneggiatura (castello, principe azzurro, le tre fatine). Altri nomi frequenti tanto nel Medioevo quanto oggi sono Chiara, Andrea, Alessandro, Matteo, Roberto, Tommaso, Lorenzo ecc. Inseguendo mode vecchie e nuove, è entrato in crisi, forse definitivamente, il modello secolare che trasmetteva, generazione dopo generazione, i nomi tradizionali della famiglia di appartenenza.
Attraverso i nomi, il Medioevo si riflette nella nostra cultura moderna. E viene voglia di approfondire le nostre conoscenze con altre letture, mettendo a confronto le nozioni imparate a scuola e scoprendo le vie affascinanti percorse dai nomi medievali per arrivare fino a noi.
Queste notizie, e tante altre ancora, il lettore incuriosito troverà in un libro appena stampato: Enzo Caffarelli, L’anima medievale nei nomi contemporanei, prefazione di Paolo D’Achille.
[“La Gazzetta del Mezzogiorno” dell’8 novembre 2024]