di Antonio Mele / Melanton
Nel mondo dei Folletti invisibili e dispettosi
In principio furono i numi tutelari della casa, dei campi, delle sorgenti e dei fiumi: i Lari, i Sileni, i Satiri.
Secondo Esiodo erano fratelli delle Ninfe dei monti, e aiutavano i contadini e i pastori nel loro lavoro, coltivando la terra, e prendendosi cura del bestiame. Poi cominciarono a diventare pigri, gaudenti e dispettosi. Spesso ballavano al suono dei loro flauti, e di notte si celavano tra le foglie degli alberi, o dentro anfratti e caverne, o in piccole grotte scavate a fior di terra.
Dalla Grecia, dov’erano nati e vissuti ai tempi del mito, si sparsero rapidamente nell’Italia meridionale, poi in Etruria, quindi nelle zone alpine, e infine in tutta Europa, assumendo nomi diversi: Elfi, Gnomi, Folletti, Fauni, Spiritelli, Augurielli…
Di piccola statura, non più alti di un palmo o due, con le orecchie a punta, i piedi di capro e una piccola coda, indossano quasi sempre un magico cappelletto a punta (che è il centro del loro potere magico, in grado di renderli invisibili), solitamente di color rosso vivace, più raro verde o bruno, del quale sono gelosissimi. Chiunque riuscisse a impossessarsene, otterrebbe preziosissimi doni per la sua restituzione.
Alcuni – imparentati con i Sandmann o i Koboldi tedeschi e i Nissen della Norvegia – indossano anche piccoli sonagli che fanno tintinnare quando c’è la luna piena. Sono molto gentili e servizievoli. E spesso, quando i bambini hanno finito di dire le preghiere della sera e si addormentano, soffiano una polverina magica sui loro occhi, per favorire sogni lieti e sereni.