Si torna ai valori spirituali e all’abbandono dei richiami sensuali nell’ultima raccolta di Comi, Fra lacrime e preghiere (1958-1965), pubblicata nel 1966, nel periodo più difficile della vita del poeta, tra aggravamento delle sue condizioni di salute e una situazione economica sempre più precaria. Tanto più risalta la saldezza della fede che egli manifesta in queste liriche. Donato Valli ha scritto che Fra lacrime e preghiere «è il frutto di un intenso e ed esclusivo colloquio con quell’Assoluto che il poeta aveva sempre cercato. La poesia diventa a volte salmo, teologia, perde perfino il gusto della forma limata e conclusa» (D. Valli, Girolamo Comi, Milella, Lecce 1977, p. 30). Così lo stesso Comi ha scritto di essa in un brano dell’inedito Diario di casa: «Non è lirica pura, non è preghiera pura; vuole essere una fusione fra preghiera e poesia con quel tanto di pathos d’ordine letterario necessario ai collegamenti e alle associazioni fra fuoco di fede e musica di linguaggio» (G. Comi, Diario di casa, inedito, cit. da D. Valli, Girolamo Comi, Milella, Lecce 1977, p. 31).
Questo binomio inscindibile di pianto e preghiera è messo in rilievo anche in un’altra intensa pagina del Diario del poeta risalente al 27-28 febbraio 1959:
È notte di prova, di preghiera e di lacrime. Vedo che Dio mi ha dato queste sofferenze fisiche … per meglio accedere nel vivo della sua umanità-carità. “Preghiere e lacrime”, se sopravvivessi a questa crisi intitolerei il mio ultimo libro. […] Ho pregato come non mi era mai accaduto, con un raccoglimento e uno spirito d’amore alto e puro. In queste notti d’intensa sofferenza intravedo l’aurora di eccezionali conquiste dell’anima finalmente slegata dalla carnalità e dalla concupiscenza del mondo. Non immaginavo di attuare dentro di me questo novissimo e purissimo stato d’amore in Dio. Come ringraziare? Con la preghiera e col pianto (G. Comi, Diario di casa, inedito, in Idem, Opera poetica a cura di D. Valli, Longo, Ravenna 1977, p. 410).
C’è ora nel vecchio poeta un senso di fiduciosa, ansiosa attesa nel compimento della vita e di abbandono pieno e totale nel grembo della divinità, paragonata a un ideale ritorno all’età d’oro dell’infanzia:
Ardono in me preghiere e lacrime nutrite
d’illuminazioni rifiorite
nel fermento dell’anima che aspetta
l’avvento di un’aurora al sommo di ogni vetta
E il mio canto segreto ha già il tremore
della incalzante sinfonia interiore
insita nel creato e nella creatura
anche s’è ancora torbida ed oscura
la bellezza, insidiata
dall’angoscia della carne malata.
Fra lacrime e preghiere riassaporo
timidamente e trepidante d’ansia
il germoglio di una smarrita infanzia
in giardini accerchiati d’orizzonti d’oro
(G. Comi, Poesie, cit., p.263).
Questo è il motivo principale e ricorrente di questa raccolta, insieme a quello della definitiva liberazione dai desideri terreni, grazie alla Parola di Cristo (il «Verbo incarnato»):
Verbo incarnato che mi trasfiguri
in uomo sempre un po’ più liberato
da cupe cupidigie e dai più oscuri
ardori del peccato
(ivi, p. 262).
L’unico desiderio del poeta ormai è quello di raggiungere la beatitudine eterna:
Che cosa appetire, Signore,
se non il perpetuo avvenire
di certe aurore
e di certe intense e infrangibili intese
della mente e dell’anima accese
di un sempre più ansioso fuoco d’amore…
(ivi, p. 265).
Perciò il suo sguardo è rivolto unicamente al «domani», all’ «infinito perpetuo», da cui gli deriva un’«ansia intensa di perennità»:
Ad ogni istante mormoro: domani…
Ed è l’infinito perpetuo: vicino e lontano
germoglio inviolato e permanente
di selve di giardini in divenire
nel giro della luce che arde da sempre…
E fra tanta dovizie che m’accerchia
di prospettive e di splendori cresco
nell’intensità di un abbraccio più intenso;
avvolto in veli di diluvi d’albe
nella perennità onnipresente
della Luce di sempre
(ivi, p. 272).
Non a caso termini ricorrenti in questa raccolta sono: “aurora”, “alba”, “luce”, “mattino”, “primavera”.
Il libro si chiude con la composizione Cristo, la quale, per la sua profonda concettosità si rifà, secondo Michele Tondo, alla dantesca preghiera alla Vergine dell’ultimo canto del Paradiso, della quale riprende anche la struttura formale. La prima parte infatti è di esaltazione della figura di Cristo del quale si mette in rilievo la centralità nell’universo e nella storia dell’umanità. Ecco la prima strofe:
Base apice centro
dell’universo e d’ogni
umanità possibile… i miei giorni
di ieri e di domani sono stretti dentro
il Mistero di dramma e d’armonia
custodito nel Tuo Verbo che latente e rivelato regna
Fuoco di carità senza confini
e balsamo per ogni anima ferita
sin dagli albori stessi della vita…
(ivi, p. 291).
La seconda parte invece è di supplica, cioè ancora una volta di preghiera:
Fra lacrime e preghiere brucia e geme
l’ansietà nostra, gaudio e catarsi
nel dramma quotidiano di disfarsi
dal giogo d’ogni fuggevole bene,
e fra preghiere e lacrime soltanto
cresce e rifulge il prezioso stelo
di primizie perpetuo di cielo
che in noi piovono dal tuo Trono santo…
(ivi, p.292).
Con questa lirica si chiude l’itinerario poetico di Comi che due anni dopo la pubblicazione della raccolta, nel 1968, avrebbe concluso anche la sua esistenza terrena.
(fine)
[In La preghiera nella letteratura italiana, a cura di M. Ballarini, S. Brambilla, P. Frare e G. Langella, Milano, IPL, 2024, pp. 608-615]
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
Aa. Vv., Girolamo Comi. Atti del Convegno Internazionale (Lecce – Tricase – Lucugnano, 18-20 ottobre 2001), a cura di P. Guida, Milella, Lecce 2002.
Caporosssi Carlo, Ascetico Narciso. La figura e l’opera di Girolamo Comi, Olschki, Firenze 2001.
Comi Girolamo, Necessità dello stato poetico, Al Tempo della Fortuna, Roma 1934.
Comi Girolamo, Aristocrazia del Cattolicesimo, Guanda, Parma 1937.
Comi Girolamo, Opera poetica a cura di D. Valli, Longo, Ravenna 1977 (a questo volume si rinvia per la bibliografia critica fino al 1977).
Comi Girolamo, Poesie. Spirito d’armonia, Canto per Eva, Fra lacrime e preghiere, a cura di A. L. Giannone e S. Giorgino, Musicaos Editore, Neviano (Le) 2019. (a questo volume si rinvia per gli interventi critici più recenti).
Tondo Michele, Lettura di Girolamo Comi, Adda, Bari 1973.
Valli Donato, Girolamo Comi, Milella, Lecce 1977.