di Antonio Lucio Giannone
(continuazione)
L’ultima fase della vita e dell’attività letteraria di Comi si svolge in un minuscolo centro del Salento, a Lucugnano, dove si trasferisce nel 1946, subito dopo la guerra, e nel 1948 fonda l’Accademia salentina e nel 1949 una rivista, «L’Albero», affiancata dalle Edizioni dell’“Albero”, nella quale appaiono, fra l’altro, anche le sue opere di questi anni (Spirito d’armonia 1912-1952 e Canto per Eva). La prima raccolta, riassuntiva del suo itinerario poetico, ebbe quello stesso anno il Premio Chianciano. Nella motivazione stesa dalla Giuria, si chiariva, fra l’altro, l’evoluzione della poesia comiana: «Da una panica e sensuale comunione con il tutto, da una totale ebbrezza di natura e cosmica liberazione, vagheggiate fino al Cantico dell’argilla e del sangue, si passa per gradi a un più alto acquisto religioso, a una visione cristiana della vita, e dall’immanentismo al sentimento della trascendenza» (in G. Comi, Opera poetica a cura di D. Valli, Longo, Ravenna 1977, p. 356).
Nel 1958 esce l’edizione definitiva di Canto per Eva, un canzoniere composto da liriche ispirate al tema dell’amore visto però, secondo la concezione stilnovistica, come fonte di salvezza per il poeta e tramite alla conoscenza di Dio.