di Antonio Prete
Sotto il velo della pioggia le piante
piegano foglie, spengono pensieri.
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Si rifugiano i nomi nell’opaca
eguaglianza delle forme, e la malva,
il tarassaco, il topinambur, il papavero
s’infogliano in un unico verde
flagellato dalla musica d’acqua.
.
I fiori serrano i petali nell’urna.
.
Il vento sferza la chioma del tiglio
che ha memoria di una sera ospitale,
del suo inatteso tepore.
Nessuna luce marina che inviti
ora a un brivido di presenza.
Solo il grigio delle raffiche
che cancella la linea dei poggi
e trascina nel concerto stregato
anche il cielo e le sue iridescenze.
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Fluttuano nella stanza del ricordo
nubilose sfigurate parvenze.