Taccuino di traduzioni 6. Tradimenti e interpolazioni

Avvertenze in margine

Probabilmente la traduzione “tradisce” il testo di partenza secondo un noto (e abusatissimo) adagio, ma il mio (voluto e cercato) tradimento interpola nel testo lorchiano un chiaro accenno a coloro che veramente tradirono Lorca uccidendolo come si fa con una bestia di cui non si ha alcuna pietà.

«[…] Allora da dietro il muro sbucarono dei soldati che lo circondarono ridendo. Erano vestiti di bruno e avevano tricorni sulla testa. In una mano tenevano il fucile e nell’altra una bottiglia di vino. Il loro capo era un nano mostruoso, con una testa piena di bitorzoli. Tu sei un traditore, disse il nano, e noi siamo i tuoi carnefici. Federico García Lorca gli sputò in faccia mentre i soldati lo tenevano fermo. Il nano rise in modo osceno e gridò ai soldati che gli togliessero i pantaloni. Tu sei una femmina, disse, e le femmine non devono portare i pantaloni, devono stare rinchiuse nelle stanze di casa e coprirsi il capo con la mantiglia. A un cenno del nano i soldati lo legarono, gli tolsero i pantaloni e gli coprirono il capo con uno scialle. Schifosa femmina che ti vesti da uomo, disse il nano, è giunta l’ora che tu preghi la Santa Vergine. Federico García Lorca gli sputò in faccia e il nano si asciugò ridendo. Poi trasse di tasca la pistola e gli introdusse la canna nella bocca. […] Federico García Lorca sentì un colpo e sobbalzò nel letto. Stavano picchiando alla porta della sua casa di Granada con il calcio dei fucili». Antonio Tabucchi, Sogni di sogni (Sellerio Editore, Palermo 1992, pp. 72 e 73).

Il tema della morte che attende il cavaliere appartiene alla tradizione popolare di tutto il Mediterraneo e quindi a quella andalusa e gitana e ogni volta che rileggo i versi in spagnolo (bellissimi, il testo è un miracolo di perfetta calibratura dei toni e dei ritmi, delle immagini e degli effetti sia sonori che paesistici) non posso non pensare alla presenza di Lorca anche in questi nostri anni bui, né dimenticare il modo in cui è stato ucciso: fu condotto nottetempo a Víznar e fucilato lungo la strada, il corpo non fu mai più ritrovato; nei giorni precedenti quel 19 agosto del 1936 le autorità franchiste avevano promesso la liberazione del poeta se non fossero emersi elementi a suo carico, ma segretamente dettero l’ordine dell’esecuzione.

Mi è sembrato allora che tradire il testo famoso di Lorca fosse un modo per rendergli omaggio, riaffermarne la vitalità della poesia e dell’universo in essa presente, testimoniare che non siamo in pochi a leggerlo e ad amarlo.

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