di Ferdinando Boero
Amplissimi collegae, quid re vera significant regulae costitutionisque emendationes, quas Nord, vir ex amplissimis, proposuit? Huius relationis causae minimum quinque sunt.
Così iniziò l’intervento di Mario Capanna al Parlamento Europeo, il 13 novembre 1979. Capanna mi ha raccontato il perché di quel discorso: a seguito di una sua proposta in aula, un parlamentare lo definì “ignorante”, così replicò in dotto latino. Pochi ne capirono il significato, ma Otto d’Asburgo, di fronte opposto, scese dal suo scranno e, platealmente, andò a stringergli la mano: la proposta di Capanna passò. A volte la forma è sostanza: Capanna dimostrò di essere tutt’altro che ignorante, non tanto per quello che diceva (che pochi capirono) ma per come lo diceva. Non fu accusato di supercazzola e di latinorum, anche se il suo espediente retorico rientrava nei canoni comunicativi di Tognazzi e dell’Azzeccagarbugli.