Con la “Commedia” si è misurato anche Ettore Catalano, già docente di letteratura italiana prima all’università di Bari e successivamente in quella del Salento (in cui ereditò la prestigiosa cattedra di Marti). L’autore ha affidato la sua esegesi al volume “Scritti su Dante” appena pubblicato con GPM Edizioni, con la prefazione di Giuseppe Palma. Vi ha raccolto sette saggi (solo l’ultimo è inedito) dedicati ai canti più noti e ai personaggi più amati della “Commedia”: si pensi a Francesca da Rimini e a Paolo Malatesta (canto V dell’“Inferno”), a Farinata degli Uberti (canto X dell’ “Inferno”), all’eroe omerico Ulisse (canto XXVI dell’“Inferno”), a Manfredi, figlio di Federico II di Svevia (canto III del “Purgatorio”), a Sordello da Goito (canto VI del “Purgatorio”), a Oderisi da Gubbio (canto XI del “Purgatorio”), alla preghiera e alla supplica alla Vergine da parte di san Bernardo di Chiaravalle e alla visione di Dio da parte del poeta (canto XXXIII del “Paradiso”).
La sua analisi del testo si spinge fino a deduzioni extratestuali che servono a dirimere questioni fondamentali come la datazione del poema. Accogliendo la tesi di altri critici, tra cui Santagata, secondo cui i primi sette canti dell’“Inferno” sarebbero stati composti a Firenze, prima dell’esilio, Catalano lo conferma prendendo spunto proprio dalla “cronaca di amore e morte” relativa ai due cognati Paolo e Francesca del canto V dell’“Inferno”. Quel duplice omicidio, compiuto da Gianciotto Malatesta, marito dell’adultera, poteva essere noto solo ai fiorentini in quanto coinvolgeva personaggi di spicco a Firenze: Paolo Malatesta vi aveva svolto la carica di Capitano del popolo nel 1282-83 e, pochi anni dopo il delitto (che sarebbe avvenuto nel 1285), il padre di Francesca, Guido il Vecchio da Polenta, era stato addirittura Podestà.
A parte il rigore filologico e l’opportuno rinvio ad altri commentatori in un vivace e accattivante contraddittorio ermeneutico, la scrittura di Catalano è elegante, scorrevole, attraente e procede con argomentazioni chiare di tipo sillogistico. Non è fuori luogo ricordare, infatti, che il critico è anche autore di sei romanzi noir di successo ambientati tra Ostuni e Brindisi, dedicati alle inchieste del commissario Donato Tanzarella. L’ultimo dei quali, “Il complesso di Chirone”, è fresco di stampa con l’editrice barese Progedit, presso cui sono apparsi anche i precedenti.
[“Nuovo Quotidiano di Puglia” del 14 ottobre 2024]