di Antonio Devicienti
Søren Solkær fotografa gli stormi volitanti e piroettanti nel tramonto romano: danzano? interpretano una musica ch’è frinire d’ali nel salire, scendere, piegare, avvitarsi, risalire, dilatarsi, contrarsi? s’abbandonano a un’ebbrezza vitale di volo e di frenesia?
Tornano dopo l’inverno o si preparano a partire nell’autunno incipiente, sono scrittura nel cielo immenso di Roma, centinaia d’ali-grafemi che raccontano la bellezza del mondo.
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Non sanno dell’oscena distruzione, del criminale rovinio cui la specie umana ha condannato la Terra.
S’avvolgono in volo verticale, poi planano, ondeggiano, scendendo risalgono, svirgolano, zigzagando compongono spirali, capriolano, nereggiano omaggiando il sole aranciato e svanente.