di Antonio Lucio Giannone
Nel 2005 mi fu proposto di presentare il libro di un autore particolare, non uno scrittore di professione, ma un uomo politico cubano dalla lunga e prestigiosa carriera. Si trattava di Enrique Oltuski (Santa Clara, Cuba 1930-L’Avana, Cuba, 2012), un autentico rivoluzionario, amico di Fidel Castro e di Che Guevara che aveva partecipato all’insurrezione contro la tirannide di Fulgencio Batista, mettendosi a capo del Movimento 26 Luglio a Santa Clara e svolgendo attività clandestina a favore dei guerriglieri e contro le milizie del dittatore. Di famiglia polacca di origine ebraica, trasferitasi nell’isola caraibica per motivi di lavoro del padre, Oltuski, quando venne in Italia, era vice ministro dell’Industria della Pesca, ma in precedenza aveva ricoperto vari altri incarichi governativi, tra cui quello di Ministro delle Comunicazioni nel primo Governo rivoluzionario e vice ministro dell’Industria.
Sempre nel 2005, dall’editore Besa di Nardò, era stato tradotto Pescando recuerdos, un libro che sta a metà strada tra un’autobiografia, un diario e una raccolta di racconti. Anche la struttura di quest’opera è piuttosto originale e richiama il genere della narrativa a cornice. Si tratta di venticinque pezzi narrativi, incorniciati appunto e intervallati da brevi brani messi in corsivo che descrivono alcuni momenti di una battuta di pesca. Durante questa battuta, al protagonista, che narra in prima persona, affiorano una serie di ricordi i quali danno vita ad altrettanti racconti. I ricordi però non sono cronologicamente ordinati né riguardano soltanto l’attività politica svolta dall’autore, ma sono relativi anche ad altri aspetti della sua esistenza.