L’ostacolo del “fabulare”. La finzione autobiografica dantesca nell’opera volgare dell’Alighieri. Capitolo I. I quattro sensi della poesia

di Gianluca Virgilio

In apertura del I trattato del Convivio l’Alighieri ci dà alcune indicazioni che illuminano la “presente opera” e, allo stesso tempo, inducono a  riconsiderare l’opera giovanile, la Vita Nuova, la cui ricezione ha evidentemente subito qualche interferenza che ne ha alterato il senso originario:

           “E se ne la presente opera, la quale è Convivio nominata e vo’ che sia, più virilmente si trattasse che ne la Vita Nova, non intendo però a quella in parte alcuna derogare, ma maggiormente giovare per questa quella: veggendo sì come ragionevolmente quella fervida e passionata, questa temperata e virile essere conviene. Ché altro si conviene e dire e operare ad una etade che ad altra; per che certi costumi sono idonei e laudabili ad una etade che sono sconci e biasimevoli ad altra, sì come di sotto, nel quarto trattato di questo libro, sarà propria ragione mostrata. E io in quella dinanzi, a l’entrata de la mia gioventute parlai, e in questa dipoi, quella già trapassata.

            E con ciò sia cosa che la vera intenzione mia fosse altra che quella che di fuori mostrano le canzoni predette, per allegorica esposizione quelle intendo mostrare, appresso la litterale istoria ragionata; sì che l’una ragione e l’altra darà sapore a coloro che a questa cena sono convitati.” (Conv. I, I 16-18)

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