Una lettera di… 15. Una e-mail (e una corrispondenza) di Enrico Tiozzo da Göteborg all’insegna di Michele Saponaro

Cominciai a pensare allora ai possibili relatori del Convegno e nel  febbraio del 2009 mi misi in contatto con Enrico Tiozzo per invitarlo a partecipare. Tiozzo, che insegnava Lingua e letteratura italiana all’Università svedese di Göteborg, di cui ora è “emeritus”, era il massimo studioso della cosiddetta “narrativa sentimentale” degli anni Venti e Trenta del Novecento su cui aveva pubblicato un’opera monumentale in cinque volumi, Il romanzo blu. Temi, tempi e maestri della narrativa sentimentale italiana del primo Novecento (Roma, Aracne, 2004-2006). In questo filone rientra, almeno in parte, l’opera di Saponaro, insieme a quella di altri autori come Guido da Verona, Mario Mariani, Lucio d’Ambra, Pitigrilli, Luciano Zuccoli, ai quali lo studioso ha dedicato anche singole monografie nel corso degli anni. Questi, compreso il narratore salentino, erano gli scrittori più letti in Italia in quei decenni, ma per una forma di conformismo erano snobbati dalla critica nostrana che preferiva occuparsi quasi esclusivamente dei maggiori esponenti del romanzo primonovecentesco (Pirandello, Svevo, Tozzi), anche a costo di ripetersi stancamente.

Tiozzo mi rispose il 18 febbraio nella e-mail che qui pubblico accettando volentieri l’invito. Da allora si sviluppò tra di noi, in vista del Convegno,  una fitta corrispondenza che continuò anche successivamente, e soprattutto nacque un sincero rapporto di amicizia e di collaborazione destinato a protrarsi nel tempo e a dare altri risultati. Il Convegno si svolse a San Cesario e a Lecce, presso l’Università del Salento, il 25 e 26 marzo 2010 e lo studioso italo-svedese tenne la relazione introduttiva dal titolo, La narrativa di Michele Saponaro tra romanzo blu e ideologia libertaria, nella quale delineò le caratteristiche  generali dell’opera di Saponaro che si colloca, almeno in parte, come s’è detto, nel filone del “romanzo blu”, cioè del romanzo realista del primo Novecento, con una tematica  soprattutto di carattere sentimentale.

Al Convegno parteciparono numerosi docenti, oltre che dell’Università del Salento, anche di altri Atenei. Da Göteborg venne anche Ulla Äkerström che nel suo intervento prese in esame la biografia di Bettina  Brentano von Arnim. Ma la presenza più prestigiosa e sorprendente fu senz’altro quella di Mario Marti che alla bella età di 96 anni, nella sua relazione, “rilesse” la biografia leopardiana di Saponaro pubblicata nel 1941, sulla base anche di ricordi personali. Non ci fu aspetto dell’ampia produzione saponariana che non venne adeguatamente affrontato nelle sessioni del Convegno: dai romanzi alle novelle, dalle biografie ai libri di viaggio, dai testi teatrali alle poesie. E non fu trascurata nemmeno l’attività di redattore di riviste importanti, come la “Rivista d’Italia” di Milano, presa in esame dallo scrivente. Alla fine raccolsi tutti i contributi nel volume degli Atti, Michele Saponaro cinquant’anni dopo, Atti del Convegno Internazionale di  Studi (Galatina, Congedo, 2011), che venne recensito su numerose riviste specializzate, rimettendo in circolazione il nome di questo scrittore.

In quella occasione, come prevedeva il progetto, venne pubblicata anche un’opera di Saponaro che chiesi a Enrico di scegliere e di curare. La scelta non poteva essere migliore. Si trattava di un romanzo apparso per la prima volta in volume nel 1920 presso Mondadori, dal titolo La casa senza sole, che venne riedito nel 2010 dall’editore Lupo di Copertino nella collana da me curata “Novecento da leggere”. Ispirato alla prima guerra mondiale, il romanzo, che è scritto in forma di diario, costituisce, come scrive il critico nella sua Introduzione, una “dolorosa metafora dell’amore materno o, meglio, dell’amore per i figli” (p. 117). Sulla mia copia Enrico appose la seguente dedica, eccessivamente generosa nei miei confronti: “A Lucio, amico di | quelli che s’incontrano | solo negli anni della | adolescenza, animatore | ispiratore, guida sicura | in navigazioni  dolci e | talora impervie. | Un maestro e | un esempio! | Gran mercé. | Enrico | S. Cesario di | Lecce | 26/3/2010”.

Il 30 marzo 2010, alla fine del Convegno, ricevetti da lui una e-mail da Göteborg, in cui fra l’altro scriveva, rievocando le giornate leccesi:

“Carissimo Lucio,

eccomi di nuovo a casa, in una Göteborg leggermente più primaverile di quella lasciata una decina di giorni fa, ma con ancora negli occhi e nel cuore le sensazioni delle giornate ricchissime di Lecce e di San Cesario, concluse da quella straordinaria passeggiata in tua compagnia fra strade e chiese da mozzare il fiato nel momento magico del crepuscolo salentino. Davvero un’esperienza indimenticabile, di cui Ulla ed io ti saremo sempre grati. Ti ho ammirato molto, durante i lavori, per la tranquilla e sicura fermezza con cui hai guidato il convegno, sempre pronto ad accogliere e a fronteggiare con abilità imprevisti e sorprese, ma tutto è scorso nel migliore dei modi”. [*Cfr. Allegato, dove riportiamo l’itera e-mail]

Intanto Enrico aveva continuato a lavorare su Saponaro e qualche mese dopo il Convegno pubblicò una intera monografia su questo scrittore, di oltre 400 pagine, dal titolo Lo spettatore della vita. Poetica e poesia della contemplazione nella narrativa di Michele Saponaro (Roma, Aracne, 2010), che recensii sul primo numero (aprile 2011) della rivista online “OBLIO” (Osservatorio bibliografico della letteratura italiana otto-novecentesca). Nel giugno di quell’anno me ne inviò una copia con la seguente dedica: “A Lucio, mio grande | ispiratore e amico, con | affetto fraterno. | Enrico | Göteborg 22/6/2010”.

Nel libro l’autore ripercorre passo passo tutta la produzione narrativa dello scrittore salentino che comprende oltre trenta volumi, analizzando accuratamente ogni opera: dalle prime raccolte di racconti, Le novelle del verde (1908) e Rosolacci (1912), ai romanzi che gli diedero un’ampia notorietà in campo nazionale, La vigilia (1914) e Peccato (1919); dal ciclo Un uomo, composto di due soli romanzi, L’adolescenza (1924) e La giovinezza (1926), con cui lo scrittore volle comporre invece una sorta di “autobiografia sentimentale”, alle opere che si avvicinano al “romanzo blu”, come Io e mia moglie (1929) e Bionda Maria (1936), fino ad arrivare all’ultima prova narrativa, L’ultima ninfa non è morta (1948). Non erano trascurati nemmeno altri scritti, come il Viaggio in Norvegia (1926) e il Diario, apparso postumo nel 1962. Ne viene fuori un ritratto a tutto tondo che non vuole essere un’apologia ma una rilettura critica, a tratti anche severa e impietosa, ma che ha avuto il merito, insieme agli Atti del Convegno, di trarre questo scrittore dall’oblio in cui era caduto ingiustamente dopo la morte.


Consegna della targa a Tiozzo da parte del Sindaco Antonio Girau
(San Cesario di Lecce, Palazzo Ducale, 17 dicembre 2010).

Dato il rilievo della pubblicazione, proposi all’Amministrazione comunale di San Cesario di presentarla in loco. La serata si svolse il 17 dicembre di quell’anno presso il Palazzo Ducale del centro salentino e dopo i saluti del Sindaco e una presentazione del libro da parte mia, Tiozzo tenne una relazione dal titolo Rilettura critica di un grande romanziere del Novecento. In quell’occasione venne conferito anche un Premio per la tesi di laurea dedicata a Saponaro e soprattutto venne consegnata una Targa a Tiozzo con la seguente motivazione, stesa dal sottoscritto: “Amministrazione Comunale di San Cesario di Lecce | Al Professore Enrico Tiozzo | che col suo libro Lo spettatore della vita ha illustrato | la figura  e  l’opera di Michele Saponaro e ne ha rilanciato | il nome a livello nazionale e internazionale | Il Sindaco Dott. Antonio Girau | San Cesario di Lecce 17 dicembre 2010”.

Enrico fu molto contento della Targa e il 21 dicembre, dopo essere ritornato a  Göteborg, mi inviò una e-mail in cui scriveva fra l’altro:

“Carissimo Lucio,

eccoci di nuovo a casa dopo un viaggio di rientro che puoi immaginare quanto sia stato avventuroso con l’Europa stretta nella morsa del gelo e i treni che portavano ritardi di 180-240 minuti. E del resto si sono fermati anche gli aeroporti di Londra, Parigi, Francoforte, ecc. E dunque quel bel cielo azzurro e quel sole tiepido, anche nella Lecce invernale, di fronte agli aranci degli Olivetani ci sono rimasti nel cuore come una gemma preziosa. Te ne siamo (anche Ulla) infinitamente grati. La magnifica dedica che hai avuto la grande e fraterna amicizia di far incidere, la terrò fra le mie cose più care. E l’incontro del 17 è riuscito alla perfezione nel riassumere, con l’impostazione che hai dato al tuo discorso, quanto d’importante (direi di determinante) è stato fatto nel 2010 per l’opera di Saponaro e per quanto ancora faremo. Grazie, grazie di tutto”.

L’anno successivo, fu Tiozzo che mi invitò a partecipare a un Convegno internazionale dal titolo “Lingua e letteratura del Sud nell’Italia del Novecento” che si svolse presso l’Università di Göteborg dal 13 al 15 settembre 2011 con la partecipazione di studiosi italiani e svedesi. In quella occasione tenni una relazione dal titolo La linea meridionale nella poesia italiana del Novecento, che figura nei relativi Atti, curati da  Ulla Äkerström (Roma, Aracne, 2013). Anche per me quella fu un’esperienza indimenticabile per l’accoglienza riservatami dall’amico e la possibilità di conoscere una realtà così diversa dalla mia.

Ma con Enrico i rapporti non si sono mai interrotti. Mi ha sempre tenuto informato delle sue pubblicazioni che procedono ancora adesso a ritmo intenso e riguardano non solo la letteratura ma anche la storia, come dimostrano i tre volumi su Giacomo Matteotti apparsi in questi ultimi anni. Nel 2022, come atto di amicizia e stima nei miei confronti, volle offrire un contributo alla miscellanea Metodo e passione, a me dedicata in occasione della mia quiescenza (Napoli, La Scuola di Pitagora, 2022), con un saggio dal titolo Il romanzo postumo di Guido da Verona. Storia della manipolazione di un inedito. Ancora una volta egli ritornava qui sul “romanzo blu”, quasi a voler continuare idealmente il dialogo iniziato tra di noi in occasione del Convegno su Michele Saponaro.

*Allegato

Da: Enrico Tiozzo <enricotiozzo@hotmail.com>
Inviato: martedì 30 marzo 2010 14:57
A: l.giannone@hotmail.it <l.giannone@hotmail.it>
Oggetto: Grazie, grazie, grazie!


Carissimo Lucio,
eccomi di nuovo a casa, in una Göteborg leggermente piú primaverile di quella lasciata una decina di giorni fa, ma con ancora negli occhi e nel cuore le sensazioni delle giornate ricchissime di Lecce e di San Cesario, concluse da quella straordinaria passeggiata in tua compagnia fra strade e chiese da mozzare il fiato nel momento magico del crepuscolo salentino. Davvero un’esperienza indimenticabile, di cui Ulla ed io ti saremo sempre grati. Ti ho ammirato molto, durante i lavori, per la tranquille e sicura fermezza con cui hai guidato il convegno, sempre pronto ad accogliere e a fronteggiare con abilità imprevisti e sorprese, ma tutto è scorso nel migliore dei modi. Quando ti sarà possibile mi farai avere qualche copia de “La casa senza sole” perché voglio mandarne una personalmente ad Isnenghi e a qualche altro critico sulla cui recensione ritengo di poter contare. Entro 2-3 settimane ti farò anche avere il mio testo scritto per gli Atti. Farei anche prima ma già il giorno di Pasquetta devo ripartire per un connvegno a Cassino con gli Accademici di Svezia che mi terrà fuori sede per una decina di giorni.
Qualche dettaglio pratico. Manderò i biglietti ferroviari in originale e gli estremi del contocorrente per raccomandata. Se per te va bene, manderei la busta al tuo indirizzo di casa (in genere piú sicuro per simili spedizioni) ma se vuoi invece che mandi all’indirizzo dell’Università, fammelo pure sapere e, nel caso, confermamelo in dettaglio. Per il viaggio di Ulla (i cui biglietti sono separati dai miei benché corrispondenti in valore per un totale di circa 700 euro/persona) mi dirai in quale misura il convegno intende agire. Se il rimborso è previsto solo fino ad un certo tetto sui 700 euro, allora ti manderei solo i suoi biglietti corrispondenti al tetto trattenendo gli altri da farle rimborsare dall’Università di Göteborg). Nel mio caso invece – come eravamo d’accordo – tutta la spesa del viaggio (appunto circa 7000 SEK= circa 700 euro) sarà a carico del convegno e la documenterò spedendo tutti i biglietti.
Per il conto dell’albergo, dove siamo stati benissimo, tieni presente che non ci sono extra da pagare e che non abbiamo cenato la sera di sabato (come tu con grande gentilezza ci avevi offerto) perché ci sentivamo ancora pienissimi dopo il pranzo del tardo pomeriggio ad Otranto con Immacolata e il marito. Ho precisato in ricezione al momento del check out sabato sera che perciò non doveva essere addebitata alcuna cena ed hanno convenuto. Te lo preciso solo perché, con il gran movimento che c’è negli alberghi, può sempre capitare che, sbagliando, mettano automaticamente in conto una cosa invece non consumata. Del resto era tempo che non mangiavo tanto e tanto bene come nelle giornate del convegno e quelle tavolate di dolci negli intervalli continuerò a sognarmele a lungo.
Ti terrò al corrente dei movimenti relativi all’uscita della mia monografia.
Ancora grazie, grazie e un grande abbraccio (e Ulla si associa) da Enrico 

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