A Oppido Tralignano (da tralignare, con suffisso -ano, tipico dei prediali romani) tutto ruota attorno al barone Gattamelata, lussurioso, orgiastico sacerdote di Astarte. Da lui dipende Nunzio Leone, editore con un’agenzia di comunicazioni, che si avvale dei finanziamenti del barone, da questi erogati solo per far bella figura in pubblico e aumentare il suo prestigio. Nunzio Leone fa esattamente quello che gli dice il barone, e intanto sfrutta senza ritegno i sottoposti, tra i quali è Lorenzo che, nascosto sotto lo pseudonimo dello Scrittore Mascherato, sogna il grande libro che gli darà fortuna, e intanto subisce le angherie del datore di lavoro. Anche Lorenzo, tuttavia, non esita ad approfittarsi di qualche ragazza che a lui si rivolga. Sua sorella Luana è amante del sindaco Mino Tornabuoni che, arrestato per concussione, abuso d’ufficio e turbativa d’asta, ha un malore ed è ricoverato in ospedale: morirà, e la descrizione del funerale è uno degli episodi più riusciti. Moglie del barone è la svedese Helena, che ha per amante lo stalliere Diacca (esplicito omaggio a L’amante di Lady Chatterly di David Herbert Lawrence). Suoi figli sono Alberta che, quanto a dissolutezze, non è seconda alla madre, e Federico che, disinvolto trafficante di droga nel giro degli albanesi, è succube terrorizzato del padre. Fidanzata di quest’ultimo, Fabrizia, di origini contadine, anch’essa alle dipendenze di Nunzio Leone, è nipote di don Aristarco Aristefano Arciprato, parroco dedito all’uso di droghe e alle faccende veneree, che ha per amante del momento “la gnocca Susanna”. Non da meno scostumata, Fabrizia si lascia filmare negli incontri sessuali, ma riuscirà infine a estorcere terreni e denaro al barone, da lei peraltro spodestato nel ruolo di sacerdote di Astarte. Fanno da contorno il grande scrittore Zeno Consenti (probabile tributo a La coscienza di Zeno di Italo Svevo), tutto preso da se stesso, e il tenente dei carabinieri, Leonida Marsicano, che si premura di avvertire il barone di denunce che potrebbero nuocergli. E poi, tra gli altri ancora: Tina, appartata monaca di casa, insospettabile carceriera di Fabrizia rapita, e Angela, famosa editor milanese, di insaziata ninfomania, che alla fine darà vita a una nuova casa editrice insieme con Lorenzo. Attraverso il racconto di queste “storie”, tra continui rimandi alla cultura classica, a opere e autori, filtra il gusto amaro di un “moralista” suo malgrado nel rilevare le storture di un mondo cui non arride, pur negli involontari esiti comici, nessuna luce di speranza.
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