di Francesco D’Andria
Confesso di aver deciso di non commentare le ultime decisioni del MIC, Ministero della Cultura. Troppo numerose le ultime confuse vicende riguardanti questo nostro sfortunato Ministero, che pure dovrebbe giocare un ruolo centrale nella politica di un Paese come l’Italia, che custodisce tanta parte della Cultura dell’Occidente. Poi, dopo le buone notizie, qualche mese fa, della nomina di Stella Falzone a nuova Direttrice del MArTA, e di Francesca Romana Paolillo alla Soprintendenza del Mare e del territorio della Provincia di Taranto, giunge la sconcertante decisione del Ministro Sangiuliano, napoletano, di togliere a Taranto la sede centrale della Soprintendenza Nazionale del Mare, per assegnarla a Napoli. La sede territoriale limitata alla sola Provincia diventa sede periferica della SABAP (brutto acronimo che indica Soprintendenza Archeologia, Belle Arti (sic) e Paesaggio) con sede a Lecce. La dott.ssa Paolillo, appena nominata Soprintendente a seguito di un Concorso, verrebbe così a perdere la sede tarantina dove con entusiasmo e buona volontà aveva iniziato la sua impegnativa attività. Queste decisioni contraddittorie sono certamente effetto di una politica del Ministero confusa, forse distratta dalle vicende personali del Ministro Sangiuliano e dall’abnorme proliferare di un apparato burocratico (Segreterie regionali, Direzioni Generali, Dipartimenti etc.), maligna eredità della Riforma Franceschini. All’allarme provocato a Taranto dalla notizia dell’azzeramento delle sue Soprintendenze, sembra che il nuovo Ministro Alessandro Giuli abbia deciso di rivedere quella decisione e la notizia è stata rilanciata in un ampio articolo del Corriere del Mezzogiorno (19 settembre), a firma di Cesare Bechis, in cui vengono riportate roboanti dichiarazioni di parlamentari tarantini sul pericolo scampato dalla Città dei due mari. Ed anche l’incipit dell’articolo ha le movenze di una marcia trionfale: «Taranto esulta: scippo evitato», come l’indimenticabile Mario Del Monaco, quando lanciava il suo potente «Esultate!» nell’Otello di Giuseppe Verdi.