di Antonio Mele / Melanton
Mille numeri di presenza attiva e costante e di puntuale/puntigliosa partecipazione civile, per un quindicinale di provincia, a circa mezzo secolo dalla sua fondazione, sono probabilmente un record. Rappresentano, sicuramente, una ‘miracolosa’ presenza sul territorio galatinese e salentino, voluta e iniziata nel 1968 da un ristretto gruppo di persone illuminate, fra cui – scusandomi per eventuali involontarie omissioni – mons. Antonio Antonaci (primo direttore, al quale seguirà Zeffirino Rizzelli, anch’egli tra i fondatori, e oggi Rossano Marra), Piero De Paolis, don Salvatore Bello, Gustavo Giordano, Carlo Caggia, Arnaldo Legittimo, Giuseppe Onesimo, Lucio Romano, Paolo Congedo, e proseguita da tenaci e altrettanto illuminati eredi, nonostante che le condizioni storiche, culturali e socio-economiche siano (soprattutto in questi ultimi lustri) cambiate profondamente, e di certo non in meglio.
Il traguardo del millesimo numero, evidentemente, impone profonde riflessioni al nostro organo di stampa e osservatorio. Prima fra tutte quella di sviluppare – anche, e in special misura, verso le generazioni più giovani – un interesse non semplicemente epidermico e ‘campanilistico’ , bensì un sentimento autentico di presenza, passione, partecipazione, dove queste tre ‘p’ diventino un indicatore stimolante, e comportino di fatto un ammodernamento e allargamento alla ‘voce’ di quanti sentano il piacere, il dovere o il diritto di esprimere le proprie opinioni e convinzioni. O di intervenire a corollario e a commento di argomenti di particolare interesse. O ancora, più semplicemente, per comunicare notizie anche in apparenza minime, ma di pubblico interesse.