di Antonio Errico
Quelle ragazzine che adesso hanno dai sessant’anni e via, che nascondono ricordi e nostalgie sotto un fondotinta a volte pesante, a volte leggero, che allo specchio si guardano distrattamente e ogni giorno di meno, che hanno accolto con saggezza quelle onde che increspano la fronte e che prima non c’erano, quelle che hanno immaginato sognato attraversato mai dimenticate storie di appassionati amori, hanno avuto i primi sussulti del cuore per gli attori dei fotoromanzi.
Franco Gasparri era di una bellezza strepitosa. Nato a Senigallia. Classe ’48. Il ciuffo alla Billy Bis, il super agente segreto dell’ Intrepido. Il 4 di giugno del 1980, uno dei tanti giorni di successo, di fama, di splendore, fa un incidente con la sua Kawasaki 900Z1.
Per vent’anni rimane paralizzato su una sedia a rotelle. Muore a cinquanta, il 28 marzo del 1999, all’ospedale San Carlo di Nancy a Roma, per una crisi respiratoria; è sepolto nel piccolo cimitero di Borgo Hermada, frazione del comune di Terracina, il luogo delle sue vacanze. Disse una volta in un’intervista: “Quando un uomo sta male e vede la sua vita stravolta, nel suo intimo si accende una luce. Io ero bello, ricco, famoso, spensierato, pieno di speranze e progetti, felice. A un tratto tutto questo è finito. Ma è stato in quel momento che il mio animo ha cominciato a vedere e a capire cose che prima non apprezzavo e delle quali non tenevo alcun conto. Per questo posso dire alla gente di apprezzare di più le piccole cose che offre la vita, di accontentarsi, di tollerarsi l’un l’altro. La vita è un passaggio molto rapido, viviamola con serenità”.