di Ferdinando Boero
Papa Francesco, nel viaggio che attraversa due continenti, ribadisce le sue Encicliche Laudato Si’ e Fratelli Tutti, e parla di fratellanza riferendosi alle guerre e ai profughi, e di rispetto per l’ambiente, che va salvaguardato. Giovanni Paolo II, in occasione del Giubileo del Mondo Agricolo, disse: “Da Dio la terra è stata affidata all’uomo “perché la coltivasse e la custodisse”. Quando si dimentica questo principio, facendosi tiranni e non custodi della natura, questa prima o poi si ribellerà.” Benedetto XVI istituì, il primo settembre, la Giornata Mondiale di Preghiera per il Creato e unì la custodia del creato con la possibilità di ottenere la pace: “se vuoi coltivare la pace, coltiva il creato”.
Gran parte dei partiti politici italiani, soprattutto di destra, non condivide queste posizioni, ma anche la “sinistra” non le considera priorità stringenti. Ursula Von Der Leyen ha lanciato il Green Deal, ma ora propone la corsa agli armamenti e diventa più morbida con il Green Deal.
Le posizioni dei tre Papi sono da molti ritenute “ideologiche”, e poco importa che, per la questione ambientale, sia il mondo scientifico a supportare, con i dati, le esortazioni papali. Scienza e religione convergono nell’affrontare argomenti “spinosi” e chiedono un ripensamento del modo in cui gestiamo i rapporti tra noi e con la natura. Francesco parla di terza guerra mondiale “a pezzi”, unendo i puntini che mostrano un pianeta in cui i popoli sono perennemente in guerra tra loro, e anche il cambiamento climatico è “globale”: non si salva nessuno. Chi non è in guerra direttamente vende armi a chi fa la guerra, e i paesi che non inquinano comprano beni prodotti dai paesi che inquinano. Le proposte papali vanno contro gli interessi di chi produce armi e di chi guadagna “facendosi tiranno” della natura.
I segnali che i comportamenti correnti siano contro gli interessi della nostra specie sono sempre più forti: la natura si ribella a quel che le stiamo facendo e il futuro evocato da Giovanni Paolo II è diventato presente, ma i decisori faticano a prenderne atto anzi… recedono dal perseguire la sostenibilità e impegnano risorse per costruire armi sempre più potenti, con tecnologie che, se progettate non per uccidere ma per riparare la natura potrebbero risolvere molti problemi.